Agnolo Poliziano: differenze tra le versioni

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*''Dolce Paura e timido Diletto, | dolce Ire e dolce Pace insieme vanno; | le Lacrime si lavon tutto il petto | e 'l fiumicello amaro vrescer fanno; |Pallore smorto e paventoso Affetto | con Magrezza si duole e con Affanno; | vigil Sospetto ogni sentiero spia, | Letizia balla in mezzo della via''. (p. 81)
===Citazioni sull'opera===
*La corretta interpretazione dell' ''incipit'' delle Stanze consente insomma una sorta di recupero del programma del Poliziano, il quale si proponeva evidentemente di non allontanarsi dalla tradizione e di far posto a sua volta, giunto che fosse a parlare della giornata del torneo, alla descrizione del solenne corteo («le gloriose pompe»), cui avrebbe dovuto seguire la narrazione dei «fieri ludi». ([[Stefano Carrai, dalla prefazione a: Angelo Poliziano, ''Stanze'', Mursia, 1988]])
 
==''Fabula di Orfeo''==
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*Udite, selve, mie dolce parole,<br>poi che la ninfa mia udir non vuole.<poem></poem>Ben si cura l'armento del pastore:<br>la ninfa non si cura dell'amante,<br>la bella ninfa che di sasso ha 'l core,<br>anzi di ferro, anzi l'ha di diamante.<br>Ella fugge da me sempre davante<br>com'agnella dal lupo fuggir suole. (p. 144)
===Citazioni sull'opera===
*In virtù di questo spazio creativo, appunto, nello spazio di soli «dua giorni», era nato uno dei prototipi del melodramma: il cui prestigio avrebbe contribuito nei secoli successivi – mutati gli esiti della trama in un più compiacente lieto fine – al favore goduto dal soggetto di Orfeo ed Euridice nel teatro musicale italiano, fino ai fasti europei del libretto di [[Ranieri de' Calzabigi|Calzabigi]] per l'azione teatrale musicata da [[Christoph Willibald Gluck|Gluck]]. ([[Stefano Carrai]], dalla prefazione a: Angelo Poliziano, ''Fabula di Orfeo'', Mursia, 1988)
 
===Citazioni su Angelo Poliziano===