Sergio Quinzio: differenze tra le versioni

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'''Sergio Quinzio''' (1927 – 1996), saggista e teologo italiano.
 
*[[Dio]] si è eclissato perché fra noi e Lui si è interposto il nostro Ego, ormai onnipotente, ma già domani ciò che si è frapposto potrebbe ritirarsi, e potrebbe così riaprirsi il dialogo dell'uomo con il Dio realmente esistente fuori di lui. (dall'introduzione a [[Martin Buber], ''L'eclissi di Dio'' di [[Martin Buber]])
*Dio che si è offerto a noi, che aspetta da noi la salvezza, è un Dio che dovremmo perfettamente amare, ma ci ha reso troppo stanchi, delusi, infelici per poterlo fare. (da ''La sconfitta di Dio'', Adelphi, Milano, 1992)
*Il Tao diceva: "L'imperatore non fa mai leggi, perché se emanasse una norma vorrebbe dire che qualcosa non va". Ogni legge, infatti, in qualche modo è la spia di una condizione imperfetta: l'ideale sarebbe non averne bisogno. {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*Indicibile, ebraicamente, non è ciò che sta per sua natura al di là, ciò che è alto, sublime – ma piuttosto ciò che è assolutamente quotidiano, come la vita e la morte. (da ''Radici ebraiche del moderno'' – Adelphi, Milano, 1990)
*La [[bellezza]] è qualcosa di indotto, di secondario, persino di tardivo, di fittizio, alla fine addirittura di vizioso. (da ''Aforismi'')
*La [[forza]] capace di dire [[parole]] vere è la stessa che è necessaria per tacere. {{da controllare|citazione necessaria|Se sai qual è la fonte di questa citazione, inseriscila, grazie.}}
*La verità di un uomo non è tale che dinanzi alla sua morte. Così anche la storia. (da ''L'esilio e la gloria'' – ''In forma di parole'', Gianni Scalia, Bologna, 1998)
*Si sente comunemente parlare di mito biblico, e persino di mito cristico; ma questo significa non percepire la lontananza e la drammatica opposizione fra il mito che è protologico, e la fede, che è invece escatologica, e quindi rivolta al futuro e non al passato. (da ''Mysterium iniquitatis'', Adelphi, Milano, 1995)
*L'etica abolisce ipocritamente la sofferenza, negando che sia male. (da ''Radici ebraiche del moderno'')
*Si sente comunemente parlare di mito biblico, e persino di mito cristico; ma questo significa non percepire la lontananza e la drammatica opposizione fra il mito che è protologico, e la fede, che è invece escatologica, e quindi rivolta al futuro e non al passato. (da ''Mysterium iniquitatis'' – Adelphi, Milano, 1995)
*Veramente reale è, grecamente, solo l'eterno. (da ''Radici ebraiche del moderno'')
 
==''DallaRadici golaebraiche del leonemoderno''==
*Indicibile, ebraicamente, non è ciò che sta per sua natura al di là, ciò che è alto, sublime – ma piuttosto ciò che è assolutamente quotidiano, come la vita e la morte. (da ''Radici ebraiche del moderno'' – Adelphi, Milano, 1990)
'''Copyright''': Adelphi, Milano, 1993.
*L'etica abolisce ipocritamente la sofferenza, negando che sia male. (da ''Radici ebraiche del moderno'')
*Veramente reale è, grecamente, solo l'eterno. (da ''Radici ebraiche del moderno'')
 
==''Dalla gola del leone''==
*Bisogna porre al centro dell'annuncio cristiano il supremo mistero del suo fallimento.
*Ci si può rassegnare alla disperazione, ma anche ci si può disperare della rassegnazione.
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*Voler soffrire per chi si ama è una sublimità che nasce dall'eccesso del male, dal trionfo del dolore e della morte.
*Volere il regno è un segno di debolezza e d'incapacità di vivere. Se non fossimo deboli e incapaci non avremmo bisogno di essere salvati.
 
==Bibliografia==
*Sergio Quinzio, ''Radici ebraiche del moderno'', Adelphi, Milano, 1990.
*Sergio Quinzio, ''Dalla gola del leone'', Adelphi, Milano, 1993.
 
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