Gaio Lucilio: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
links ai poeti
Riga 15:
:''Rador, subvellor, desquamor, pumicor, ornor,<br />expolior, pingor...''
 
*Tu non conosci l'esatto significato di «poesia», nè che differenza passi fra «poesia» e «poema».<br />Incominciamo da quello che noi chiamiamo «poema»:...<br />«poema» è anche una qualsivoglia lettera non lunga;<br />«poesia» invece è un'opera considerata nel suo complesso (una composizione unica nel suo complesso come l'[[Iliade]],<br />come gli annali di [[Quinto Ennio|Ennio]]) ed è un'opera unica,<br />ed è molto più ampia, come ho già detto, di un poema.<br />Perciò dico: chi vuol criticare [[Omero]] non è che lo critichi tutto,<br />e neppure critica ciò che ho chiamato prima la sua «poesia»;<br />ne critica un verso solo, una parola, un concetto, un passo isolato. (libro IX; 1968)
:''Non haec quid valeat, quidve hoc intersiet illud<br />cognoscis. Primum hoc, quod dicimus esse poema...<br />...Epistula item quaevis non magna poema est.<br />Illa poesis opus totum, (tota Ilias una<br />est, una ut θέσις<ref name=gr/> annales Enni) atque opus unum<br />est, maius multo est quam quod dixi ante poema.<br />Qua propter dico: nemo qui culpat Homerum,<br />perpetuo culpat, neque quod dixi ante poesin;<br />versum unum culpat, verbum, entymema, locum unum.''
 
Riga 22:
 
*O preoccupazioni degli uomini! Quanta inutilità c'é nelle loro cose! (9 Marx; 2005)
:''O curas hominum! O quantum est in rebus inane!''<ref>Attribuito a Lucilio, presente in [[Aulo Persio Flacco|Persio]], ''Saturae'', libro I, verso 1.</ref>
 
*{{NDR|Così Lucilio descrive i corrotti cittadini romani, all'apice delle lotte sociali che attanagliano Roma prima e dopo le politiche dei fratelli [[Gaio Sempronio Gracco|Gaio]] e [[Tiberio Sempronio Gracco|Tiberio Gracco]].}} <br />Ora dalla mattina presto a tarda notte, nei giorni di festa e di lavoro,<br />tutto il popolo e i senatori, senza distinzione,<br />si agitano per il fòro, e non se ne vanno mai;<br />tutti si sono dedicati a un'unica attività, a un'unica arte:<br />riuscire a imbrogliarsi senza darlo a vedere, combattersi con la frode,<br />gareggiare in complimenti, fingersi galantuomini,<br />tendersi trabocchetti, come se fossero tutti nemici l'uno dell'altro. (1228-1234 Marx; 2005)
Riga 28:
 
*{{NDR|Quinto Muzio Scevola Augure,<ref>All'epoca dell'evento narrato (121 a.C.), Scevola era pretore ad Atene. Rientrerà a Roma l'anno successivo per difendersi dall'accusa di estorsione, rivoltagli dallo stesso Albucio (per motivi personali: l'evento narratoci da Lucilio è solo uno di una lunga serie di incidenti, che deterioreranno i rapporti tra i due). Riconosciuto innocente, sarà console nel 117 a.C. (vedi [[Wikipedia:it:Quinto Muzio Scevola (console 117 a.C.)|Quinto Muzio Scevola (console 117 a.C.)]] in Wikipedia)</ref> mentr'era pretore ad Atene, incontrò Tito Albucio e lo salutò in greco, come se l’amico non fosse più cittadino romano e non comprendesse più il latino.}} <br />'''Quinto Muzio Scevola Augure''': O Albucio, tu hai preferito essere detto greco, invece che romano o sabino,<br />concittadino di Ponzio<ref>Cittadino di probabili origini sannitiche.</ref>, di Tritano<ref>Uomo di forza erculea, di probabili origini sannitiche.</ref>, concittadino di centurioni,<br />di uomini insigni, di primipili<ref>Il ''primus pilus'' è il capo di tutti centurioni che operano all'interno della sua legione.</ref> e di alfieri<ref>Il ''signifer'' è il portainsegne romano.</ref>.<br />Perciò ad Atene, al tempo che ero pretore<ref>Il ''praetor'' era un magistrato romano. Era investito di un pieno potere in ambito militare (detto ''imperium''), ma il suo ruolo più importante era svolto in materia giuridica: doveva impostare in termini giuridici le controversie, correggere e colmare le lacune dello ''ius civile'', presiedere ai processi penali, supplire ai consoli assenti in Roma, sovrintendere talvolta alle manutenzioni delle reti idriche della capitale. (vedi [[Wikipedia:it:pretore (storia romana)|pretore]] in Wikipedia)</ref>,<br />visto che tu lo preferivi, quando ti sei presentato a me, ti ho salutato in greco:<br />«Χαῖρε<ref>''Χαῖρε'' è il corrispondente greco per il saluto latino ''vale!'' (Salute a te!/Stammi bene!).</ref>, o Tito.». E i littori<ref>Il ''littor'' era tutore dell'ordine ed era soprattutto assegnato alla difesa personale degli alti magistrati.</ref> e tutta la coorte<ref>La ''cohors'', secondo la riforma dell'esercito di Gaio Mario, consta di tre manipoli, dei quali uno di ''hastati'', un secondo di ''principes'', e un ultimo di ''triarii'', per un totale di 600 uomini.</ref> e la folla:<br />«Χαῖρε, o Tito.». Fu da quel momento che Albucio mi divenne nemico, da allora mi fu avversario. (1968)
:'''''Quintus Mucius Scaevola Augur''''': ''Graecum te, Albuci, quam Romanum atque Sabinum,<br />municipem Ponti, Tritani, centurionum,<br />praeclarorum hominum ac primorum signiferumque,<br />maluisti dici. Graece ergo praetor Athenis,<br />id quod maluisti, te, cum ad me accedis, saluto:<br />«Χαῖρε<ref name=gr>Lucilio, abusando di termini greci, attira contro di sé gli strali di [[Quinto Orazio Flacco|Orazio]] (al proposito c.f.r. Orazio, ''Saturae'', 1, 10, 20-23).</ref>, - inquam - Tite!». Lictores, turma omnis chorusque:<br />«Χαῖρε, Tite!», hinc hostis mi Albucius, hinc inimicus.'' (citato in Cicerone, ''De finibus bonorum et malorum'', 1, 9)
 
==Citazioni su Gaio Lucilio==