Olga Visentini: differenze tra le versioni

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incipit, citazioni
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*Nulla è più forte di quello che viene dallo [[spirito]]. (p. 99)
*Il bisogno è davvero, secondo il [[poeta]],<br>''Tiranno signor<br>de' miseri mortali''. (p. 146)
==''Primo Vere''==
===[[Incipit]]===
C'era una volta... L'indefinito del tempo, messo al principio di una narrazione, crea una particolare malia a cui si abbandonano immediatamente popolo ed infanzia con fiducia gioiosa, perché quell'indefinito è proprio della loro natura incline a trasfigurare le cose e la vita nella meraviglia di una [[leggenda]] o di una [[fiaba]].<poem></poem>La leggenda è del popolo, la fiaba è per il fanciullo: ma l'una e l'altra si somigliano fin quasi a identificarsi: infatti, i popoli nelle loro origini storiche e le creature nella loro infanzia vedono il mondo con lo stesso sguardo: par quasi che un prisma azzurro sia posto tra il loro occhio e quello che gli uomini adulti chiamano la Realtà.
*[...] la leggenda può servire alla storia e la fiaba alla vita: ma storia e vita non sono poi l'una continuazione dell'altra? (p. 9)
*Gli antichi canti dei ''[[Veda]]'', i grandi poemi del ''Mahâbhârata'', del ''Ramâyana'' sono tutti tramati di mirabili fiabe, che forse, prima di assorgere alla maestà di poema, furono raccontate ai bambini. (p. 13)
*Nelle favole di [[Esopo]] l'asino travestito da leone, la gallina che ritrova una perla, il lupo che fa strage dell'agnello innocente, gli animali convenuti alla caverna del leone, ed altre ancora hanno rispondenza nella simpatia per le bestie, nel desiderio del fantastico e dell'ignoto, propri all'infanzia. (p. 19)
*[...] degno di nota nell'età imperiale di [[Roma]] è l'africano [[Lucio Apuleio]] di Madaura che nel suo ''Asino d'oro'' tesse cose talvolta immani e talora sublimi, per adulti, ma intorno ad una fiaba da ragazzi: e tutti i racconti posteriori di cavalli e di asini, si rifanno a quella fonte lontana. (p. 21)
*[...] il sommo poeta latino fu considerato tôcco dalla [[Grazia divina|grazia divina]], circonfuso di luce, dotato di poteri soprannaturali, così da vivere, da apparire come un fantasma benefico dopo la morte. (p. 22)
*La lampada accesa è il simbolo di Roma eterna, [[Virgilio]] ne è l'anima vigile e operante. (p. 23)
 
==Bibliografia==
*Olga Visentini, ''L'ulivo sotto la neve'', Editrice «La Sorgente», Milano, 1955.
*Olga Visentini, ''Primo Vere'', Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 1961.
 
 
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