György Lukács: differenze tra le versioni

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==''Teoria del romanzo''==
===[[Incipit]]===
1. LE CULTURE CHIUSE<br><br>''La struttura della grecità – Sua evoluzione storico-filosofica – Il [[cristianesimo]].''<br><br>Felice il tempo nel quale la volta stellata è la mappa dei sentieri praticabili e da percorrere, che il fulgore delle stelle rischiara. Ogni cosa gli è nuova e tuttavia familiare, ignota come l'avventura e insieme certezza inalienabile. Il [[mondo]] è sconfinato e in pari tempo come la propria casa, perché il fuoco che arde nell'anima partecipa all'essenza delle [[Stella|stelle]]; come la luce del fuoco, così il mondo è nettamente separato dall'io, epperò mai si fanno per sempre estranei l'uno all'altro. Perché il [[fuoco]] è l'[[anima]] di ogni [[luce]], e nella luce si avvolge il fuoco. Così ogni atto dell'anima riceve un senso e giunge al compimento entro questa duplicità: esso è compiuto nel senso e compiuto per i sensi, è perfetto perché l'anima riposa in se stessa mentre muove all'azione; è perfetto, ancora, perché il suo agire si stacca da essa e, fattosi autonomo, perviene al proprio centro e si iscrive in un suo conchiuso ambito.
 
===Citazioni===
*Noi non possiamo più respirare in un mondo chiuso e compresso. Noi abbiamo scoperto la produttività dello [[spirito]], ed è per questo che i modelli originari hanno per noi per sempre smarrito la loro evidenza oggettiva ed il nostro [[pensiero]] batte ormai la [[Via|strada]] senza [[fine]] dell'approssimazione mai paga e mai appagante.
*Noi abbiamo inventato l'[[arte]] del plasmare: pertanto a tutto ciò che le nostre [[Mano|mani]] stanche e disperate lasciano cadere e abbandonano fanno difetto l'estremo compimento e l'insuperabile perfezione.
*Il [[romanzo]] inscrive il centro essenziale della sua totalità entro lo [[spazio]] compreso fra il suo inizio e la sua fine, e con ciò innalza l'individuo all'altezza infinita di colui che mediante la propria [[vita]] e il proprio esperire deve creare un intero mondo e, creatolo, mantenerlo in equilibrio: all'altezza cui mai l'individuo epico può giungere, neppure quello [[Dante Alighieri|dantesco]], il quale deve il suo significato e il suo valore non già alla sua pura individualità, bensì alla «grazia» che gli è stata largita. In [[forza]] di quella sua avulsione e di quel suo distacco l'individuo è però ridotto a mero strumento, e la sua posizione centrale ed egemone trova la propria giustificazione nell'[[essere]] egli atto ad evidenziare una determinata problematica del mondo.
 
===Citazioni su Lukács===
*Un filosofo come Lukács detesta in [[Friedrich Nietzsche|Nietzsche]] il fondatore dell'irrazionalismo moderno, l'avversario della [[democrazia]] e del [[socialismo]], lo strumento ideologico del capitalismo nella sua fase di « imperialismo aggressivo ». ([[Remo Cantoni]])
==Bibliografia==
*Georg Lukács, ''teoria del romanzo'', traduzione di Antonio Liberi, Newton Compton Italiana, 1972.