La Repubblica (dialogo): differenze tra le versioni

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*Non ho mai conosciuto un [[matematico]] che sapesse ragionare.
*Ciascun governo istituisce leggi per il proprio utile; la democrazia fa leggi democratiche, la tirannide tiranniche e allo stesso modo gli altri governi. E una volta che hanno fatto le leggi, eccoli proclamare che il giusto per i governati si identifica con ciò che è invece il loro proprio utile, e chi se ne allontana lo puniscono come trasgressore sia della legge sia della giustizia. In ciò consiste, mio ottimo amico, quello che dico giusto, identico in tutte quante le poleis, l'utile del potere costituito. Ma, se non erro, questo potere detiene la forza. Così ne viene, per chi sappia ben ragionare, che in ogni caso il giusto è sempre identico all'utile del più forte.
*Ebbene, caro amico, qual è il carattere della tirannide? È pressoché evidente che si tratta di un trapasso dalla democrazia".<br />"Sì, è evidente".<br />"Quindi la tirannide nasce dalla democrazia allo stesso modo in cui questa nasce dall'oligarchia?"<br />"In che modo?" <br />"Il bene che i cittadini si proponevano", spiegai, "e per il quale avevano istituito l'oligarchia era la ricchezza eccessiva: non è vero?" <br />"Sì ".<br />"Ma l'insaziabile brama di ricchezza e la noncuranza d'ogni altro valore a causa dell'affarismo l'hanno portata alla rovina".<br />"È vero" disse.<br />"E anche la disgregazione della democrazia non è provocata dall'insaziabile brama di ciò che si prefigge come bene?" <br />"E che cosa, secondo te, si prefigge?"<br />"La libertà", risposi. <br />"In una città democratica sentirai dire che questo è il bene supremo e quindi chi è libero per natura dovrebbe abitare soltanto là". <br />"In effetti si ripete spesso questa sentenza", osservò. <br />"Come stavo per chiederti", proseguii, "non sono dunque la brama insaziabile e la noncuranza d'ogni altro valore a trasformare questa forma di governo e a prepararla ad avere bisogno della tirannide?"<br />"In che senso?", domandò.<br />"A mio parere, quando una città democratica, assetata di libertà, viene ad essere retta da cattivi coppieri, si ubriaca di libertà pura oltre il dovuto e perseguita i suoi governanti, a meno che non sano del tutto remissivi e non concedano molta libertà, accusandoli di essere scellerati e oligarchici". <br />"Sì ", disse, "fanno questo".<br />"E ricopre d'insulti", continuai, "coloro che si mostrano obbedienti alle autorità, trattandoli come uomini di nessun valore, contenti di essere schiavi, mentre elogia e onora in privato e in pubblico i governanti che sono simili ai sudditi e i sudditi che sono simili ai governanti. In una tale città non è inevitabile che la libertà tocchi il suo culmine?"<br />"Come no?"
*Ebbene, caro amico, qual è il carattere della tirannide? È pressoché evidente che si tratta di un trapasso dalla democrazia".<br />
"Sì, è evidente".<br />
"Quindi la tirannide nasce dalla democrazia allo stesso modo in cui questa nasce dall'oligarchia?"<br />
"In che modo?" <br />
"Il bene che i cittadini si proponevano", spiegai, "e per il quale avevano istituito l'oligarchia era la ricchezza eccessiva: non è vero?" <br />
"Sì ".<br />
"Ma l'insaziabile brama di ricchezza e la noncuranza d'ogni altro valore a causa dell'affarismo l'hanno portata alla rovina".<br />
"È vero" disse.<br />
"E anche la disgregazione della democrazia non è provocata dall'insaziabile brama di ciò che si prefigge come bene?" <br />
"E che cosa, secondo te, si prefigge?"<br />
"La libertà", risposi. <br />
"In una città democratica sentirai dire che questo è il bene supremo e quindi chi è libero per natura dovrebbe abitare soltanto là". <br />
"In effetti si ripete spesso questa sentenza", osservò. <br />
"Come stavo per chiederti", proseguii, "non sono dunque la brama insaziabile e la noncuranza d'ogni altro valore a trasformare questa forma di governo e a prepararla ad avere bisogno della tirannide?"<br />
"In che senso?", domandò.<br />
"A mio parere, quando una città democratica, assetata di libertà, viene ad essere retta da cattivi coppieri, si ubriaca di libertà pura oltre il dovuto e perseguita i suoi governanti, a meno che non sano del tutto remissivi e non concedano molta libertà, accusandoli di essere scellerati e oligarchici". <br />
"Sì ", disse, "fanno questo".<br />
"E ricopre d'insulti", continuai, "coloro che si mostrano obbedienti alle autorità, trattandoli come uomini di nessun valore, contenti di essere schiavi, mentre elogia e onora in privato e in pubblico i governanti che sono simili ai sudditi e i sudditi che sono simili ai governanti. In una tale città non è inevitabile che la libertà tocchi il suo culmine?"<br />
"Come no?"
*Il buon giudice non deve essere giovane, ma anziano, uno che ha appreso tardi che cosa è l'ingiustizia, senza averla sentita come personale e insita nella sua anima; ma per averla studiata, come una qualità altrui, nelle anime altrui
*{{NDR|I matematici}} si servono e discorrono di figure visibili, ma non pensando a queste, sì invece a quelle di cui queste sono copia [...] per cercare di vedere quelle cose in sé che non si possono vedere se non con il [[pensiero]].