Louis Bromfield: differenze tra le versioni

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===[[Incipit]]===
Fuori la [[neve]] cadeva a fiocchi umidi e pesanti, cosicché il rumore del traffico di Park Avenue giungeva affievolito e lontano attraverso le cortine abbassate. La signora Parkington, seduta davanti allo specchio, con accanto mezza bottiglia di champagne, pensava com'era bello che quell'anno il [[Natale]] avesse l'aspetto di un vero Natale. Sicuramente l'indomani la neve non sarebbe stata altro che fanghiglia nerastra e le grosse macchine comprate da quell'arrogante presuntuoso del sindaco l'avrebbero raccolta per gettarla nel North River; purtuttavia, la semplice [[idea]] della neve dava una sensazione piacevole. Il solo vederla cadere in morbidi fiocchi bianchi attraverso l'alone luminoso dei lampioni nella strada dava un senso di [[gioia]] e di [[felicità]].
 
===Citazioni===
*La [[morte]] e il funerale furono un interludio che interruppe il corso attivo e turbinoso della [[vita]] della signora Parkington, costituendo come una singolare vacanza dai suoi impegni. In quei tre giorni, le riunioni, le richieste di aiuti e di fondi, le seccature della famiglia, erano state messe da parte e quasi dimenticate. Per tre giorni, dacché la morte era entrata nella sua casa, la signora Parkington poté condurre una vita tranquilla, senza affanni, senza la continua seccatura del telefono e le buone intenzioni della signora Beasely. Odiava il telefono più d'ogni altra cosa e non se ne serviva mai, salvo che in caso di assoluta [[necessità]] e solo per dare o avere informazioni. Diceva che il telefono è un'invenzione del diavolo…Esso dà modo alla gente di intromettersi nella vita privata, di ficcare il naso negli affari altrui, di scombinare l'[[esistenza]]. Una persona non può aspettarsi che al telefono le si risponda benevolmente, più di quanto possa aspettarsi d'esser gradita quando va a far visita a uno che sta facendo il bagno.
*In se stesso il [[denaro]] non ha [[valore]], ne ha solo per quello che può dare in cambio. Molta gente se ne serve per intenti disonesti, e allora non ricava né saggezza, né soddisfazione, né rispetto per se stessa.
*La morte del corpo non è la [[fine]] dello [[spirito]], ma solo una tappa del viaggio, come quando nei tempi andati si cambiava diligenza.
*La morte è una cosa rapida, chiara, che non ammette compromessi.
*Spesso le [[moglie|mogli]] delle personalità in vista soffrono d'un profondo senso di inferiorità e fanno di tutto per imporsi, nei modi più noiosi e insopportabili, man mano che invecchiano.
 
{{NDR|Louis Bromfield ''Mrs. Parkington'', traduzione di Giorgio Monicelli, I Libri del Pavone, Mondadori, 1962}}
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===[[Incipit]]===
Era l'ora che Ramsome amava di più, quella in cui, seduto sulla veranda, sorseggiava il suo cognac e guardava la [[luce]] dorata del [[sole]] inondare i banani, la casa giallogrigia, le piante rampicanti scarlatte, prima che l'astro, con un tuffo improvviso, precipitasse sotto l'orizzonte, abbandonando l'intero [[paese]] alle tenebre. Era uno spettacolo prodigioso, quello, per lui, uomo nordico, abituato ai lunghi crepuscoli viola dell'Inghilterra settentrionale; era come se, improvvisamente, il [[mondo]] intero si arrestasse per un secondo e poi scivolasse rapido in un abisso di tenebre. Per Ramsome c'era sempre un'[[ombra]] di terrore primitivo nei tramonti indiani.
 
===Citazioni===
*Ella era venuta in [[India]] desiderosa di qualche avvenimento che desse un senso alla sua vita, ed ora standosene sul balcone di legno, capì che qualcosa di terribile, come una [[vendetta]] superante qualsiasi [[immaginazione]], le stava accadendo. Ella non era morta, ma avrebbe potuto morire prima che molti altri [[giorno|giorni]] fossero passati, se non addirittura ore o minuti. Non aveva mai pensato molto alle case fino a quel momento, ma ora la casa del signor Bannerjee, pur avendo resistito al duplice assalto del terremoto e della inondazione, le sembrava eccessivamente debole e ridicola di fronte alla catastrofe che li circondava. Questa considerazione la indusse a pensare a se stessa, alla propria infinita fragilità, alla propria inutilità. V'era qualcosa di comico nell'assistere a uno spasimo della [[Natura]], vestita d'un abito leggero di crespo di [[Cina]] bianco e ricoperta di gioelli. Un poco divertito, il suo [[spirito]] si mise a vagabondare, chiedendosi quale abito sarebbe stato adatto per una simile occasione. ''Pantaloni sportivi, direi'', pensò, ''e una camicia di seta. Sarebbe elegante e pratico''. Molte volte in Hill Street, a Cannes, in campagna, nel suo letto, stanca di leggere e semiaddormentata, s'era pigramente chiesta che cosa avrebbe provato nel trovarsi ad un tratto di fronte alla [[morte]] con la [[coscienza]] d'avere solo poche ore da vivere. Spingendo l'[[idea]] ancor più lontano s'era chiesta che cosa avrebbe fatto, indifferente ed annoiata com'era, se si fosse trovata dinanzi alla morte in compagnia di un [[uomo]] attraente. E s'era detta: ''Ci sarebbe una sola cosa da fare per ammazzare il [[tempo]]. Qualunque altra cosa sarebbe una noia''. Ella s'era anche detta che fare all'amore in tali circostanze sarebbe stato un [[piacere]] nuovo e selvaggio, nato da qualche atavica necessità profondamente radicata nella natura umana.
*Molta gente vive tutta la sua vita e muore senza mai conoscere che cosa sia veramente la vita e quale [[bellezza]] possa esservi nei rapporti umani. Ma questa bellezza si può conoscere solo quando si riesca a sollevarsi sulla mediocrità e la piccineria della vita quotidiana.
*La [[filosofia]] è un [[lusso]] per i deboli, il distacco un vizio degli oziosi.
{{NDR|Louis Bromfield, ''La grande pioggia'', traduzione di Giorgio Monicelli, Collezione ''Omnibus'', Mondadori, 1945}}
 
==''Selvaggia fiumana''==
===[[Incipit]]===
Girato l'angolo di Dauphine Street, il baccano della rissa si affievolì fino a perdersi completamente nelle tenebre silenziose, rotte di tanto in tanto da una lontana pistolettata o dall'urlo di una donnaccia schiamazzante. La strada per la quale egli camminava rasente al muro, nell'ombra delle case, era come un corridoio attraverso una [[città]] di morti, con porte e finestre sbarrate e un esile filo di luce là dove qualche creolo rispettabile e vendicativo, rimasto nella città devastata, vegliava in ascolto, cospirando forse contro gli invasori. L'eco dei suoi passi rimbalzava da un muro all'altro, clic-clac, clic-clac. Tom era un uomo alto, ben fatto e gli speroni dei suoi stivali militari mandavano un suono nitido e chiaro, come una pistolettata, ogni qual volta battevano sul selciato.
 
===Citazioni===
*Non conosco nulla di peggio per un uomo che avere dietro tutte le [[donna|donne]] che vuole. (p. 96)
*Il [[denaro]] ha un gran [[valore]] per me. Il denaro è [[potenza]] ed io non posso [[vivere]] senza potenza. (p. 242)