Fernando Pessoa: differenze tra le versioni

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*Nemmeno dipingendo questo vetro di sogni colorati celo a me stesso il brusio della vita altrui, mentre la guardo, dall'altra parte. (fr. 62 (127); 2018)
*Ora le spalle di questo uomo dormono. Lui tutto, che cammina davanti a me con un passo uguale al mio, dorme. È incosciente. Vive incosciente. Dorme, perché tutti dormiamo. La vita intera è un sogno. Nessuno sa cosa fa, nessuno sa quel che vuole, nessuno sa cosa sa. Dormiamo la vita, eterni bambini del Destino. Per questo, se penso con questa sensazione, sento una smisurata e intensa tenerezza per tutta l'umanità infantile, per tutta la vita sociale dormiente, per tutti, per tutto. (fr. 67; 2010)
*Mi fanno più pena quelli che sognano il probabile, il legittimo e il vicino di quelli che vaneggiano sul remoto e l'estraneo. Quelli che sognano in grande o sono pazzi e credono a ciò che sognano e sono felici, o sono semplici vaneggiatori, per i quali il vaneggiamento è una musica dell'anima, che li culla senza dire loro niente. Ma chi sogna il possibile ha la possibilità reale della vera delusione. Non mi può pesare un granché il non essere riuscito a diventare imperatore romano, ma può rodermi il fatto di non aver mai neppure rivolto parola alla sartina che, verso le nove, svolta sempre dall'angolo a destra. Il sogno che ci promette l'impossibile già per questo ce ne priva, ma il sogno che ci promette il possibile si intromette nella vita stessa, e a essa delega la propria soluzione. L'uno vive in modo esclusivo e indipendente; l'altro sottomesso alle contingenze di ciò che accade. (fr. 69 (143); 2018)
*Dormo quando sogno quello che non c'è; mi sveglio quando sogno quello che può esistere. (fr. 141; 2010)
*E se tutti noi (uomini, Dei e mondo) fossimo sogni che qualcuno sogna, pensieri che qualcuno pensa, collocati sempre fuori da ciò che esiste? (fr. 166 (284); 2013)
*Il più alto fra noi è solo uno che conosce più da vicino il vuoto e l’incertezza del tutto.<br />Può essere che ci guidi un'illusione; ma, certamente, non la coscienza. (fr. 177; 2010)
*L'esistenza del male non può essere negata, ma la malvagità dell'esistenza del male può non essere accettata. (fr. 250; 2010)
 
==''L'educazione dello stoico''==
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*Se il [[vinto]] è colui che muore e il vincitore chi uccide, con questo, confessandomi vinto, mi istituisco vincitore. (2005, p. 77)
*Il romantico riferisce ogni cosa a se stesso ed è incapace di pensare oggettivamente. Ciò che accade a lui accade all'universalità delle cose. Se lui è triste, il mondo non solo sembra, ma è, sbagliato. (2005, p. 85)
 
===Citazioni su ''L'educazione dello stoico''===
====[[Luciana Stegagno Picchio]]====