Enrico Deaglio: differenze tra le versioni

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*Mentre lo guardava assaporare la sua sigaretta in silenzio, a Marcello venne in mente un film di [[Nanni Moretti]]. era il primo, ''[[Ecce bombo]]'', una cosa post ’68. La scena era quella di uno studente «de sinistra» che rispondeva alle domande dell’esame di maturità. Aveva presentato una tesina e il professore lo interrogava. Lui diceva, in continuazione: «Trent’anni di malgoverno democristiano», come se fosse una verità incontestabile, una formula. Fino a quando il professore, quasi timidamente, gli diceva: «Scusi, ma perché dice malgoverno democristiano? Cosa vuol dire? Si spieghi». E il ragazzo diceva: «Beh, il malgoverno dei democristiani. Non è d’accordo?». E il professore: «No». A quel punto interveniva lo stesso Nanni Moretti, che urlava isterico: «Il ragazzo l’ho preparato io!». Una delle scene più esilaranti che Marcello ricordasse del cinema italiano. (Cap. 5)
*[[Carlo Tresca]], il leggendario anarchico italiano, il più coraggioso e nobile avversario di Benito Mussolini, è stato ucciso l’11 gennaio 1943, alle 20.40, nel centro di Manhattan, la retrovia della democrazia del ventesimo secolo. La strada è deserta e buia. La Ford riparte con a bordo Galante. Il rumore del suo motore viene riconosciuto da due dipendenti del consolato norvegese che hanno dimestichezza con la meccanica: sarà loro la prima testimonianza. Arriva l’ambulanza che trasporta il cadavere di Carlo Tresca al vicino St Vincent’s Hospital. La polizia transenna la zona. Un bossolo viene trovato a pochi metri da dove Tresca è caduto. La pistola, una calibro 32, è stata abbandonata sulla 5a Strada a cento metri di distanza. (Cap. 6)
 
* “Nel gennaio del 1943 i gerarchi fascisti, che erano dei tromboni delinquenti, ma non erano fessi, sapevano che sarebbero stati sconfitti e misero al sicuro il bottino. Non quello dello Stato, il loro. Il primo posto in cui nascondere i soldi fu il Vaticano, l’Istituto per Opere di Religione fu fondato allora proprio a questo scopo. Bella banca: austera, ambiente di segreti millenari, garanzie date direttamente da Dio, presenza capillare su tutto il territorio, forse il più grande patrimonio immobiliare al mondo. Giulio Andreotti e Michele Sindona ci sguazzarono, fin dall’inizio. E, d’altra parte, l’Italia dopo la guerra non ha certo visto vendette finanziarie contro gli sconfitti... a meno che mi sia sfuggito qualcosa. I Savoia, i nobili, i latifondisti pugliesi e siciliani, gli agrari romagnoli, gli industriali profittatori di guerra di Torino e di Milano, i federali, i gerarchi, i centurioni... Non mi sembra di ricordare che nessuno di questi sia finito in un appartamento di due stanze. O ricordo male? Non mi sembra che il popolo abbia dato l’assalto ai castelli dei signori. O ricordo male?” (Cap. 9)
 
==Citazioni su Enrico Daglio==