Paolo Sarpi: differenze tra le versioni

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*Nel luglio il parlamento di Parigi fece un arresto che fosse lecito uccidere tutti gli [[ugonotti]]; il quale per publico ordine si leggeva ogni dominica in ciascuna parochia. Aggionsero poi un altro, decchiarando ribelli, nimici publici, notati d'infamia con tutta la loro posterità e confiscati li beni di tutti quelli che avevano preso le armi in Orliens, eccettuando Condé, sotto pretesto che fosse tenuto da loro per forza. E con tutto che molte trattazioni passassero tra l'una parte e l'altra, essendosi eziandio abboccati insieme la regina madre del re et il prencipe de Condé, l'ambizione de' grandi impedì ogni componimento, sì che non fu possibile trovar modo come acquetare il moto. (da ''Libro settimo'' [18 settembre 1562 - 15 maggio 1563], Volume secondo, p. 1024)
*Il [[Papa Pio IV|pontefice]], vedute le risposte dagl'ambasciatori date a' capitoli da' legati proposti, tanto più si confermò che bisognava metter fine al [[concilio di Trento|concilio]], altrimente qualche gran scandalo sarebbe seguito, et aveva per leggieri gl'incovenienti preveduti e dubitava di qualche maggior impreveduto; ma vedendo la difficoltà di metter fine senza terminar le cose perché il concilio era congregato, se i i prencipi non se ne contentavano, deliberò di far ufficio di questo con tutti. Scrisse di ciò a' noncii suoi in Germania, Francia e Spagna, ne parlò con tutti gl'ambasciatori residenti appresso di sé et anco con quei de' prencipi d'Italia; et usava questo concetto: che a chi l'avesse aiutato a finir il concilio, sarebbe più obbligato che se avessero fatto assistenza con le armi in qualche gran bisogno. (da ''Libro ottavo'' [17 maggio 1563 - 12 marzo 1565], Volume secondo, p. 1190)
 
==''Scritti filosofici e teologici''==
*1. Sappiamo certo e l'essere e la causa di quelle cose di far le quali abbiamo perfetta cognizione; di quelle, che solo conosciamo per esperienza, sappiam l'essere, ma non la causa; conghietturandola poi, cerchiamo solamente quella ch'è possibile, ma tra molte cause, che troviamo possibili, non possiamo certificarci qual sia la vera: il che si vede avvenir nelle descrizioni delle teorie celesti, ed avverrebbe a chi vedesse di prima faccia un orologio.<ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici1; e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, paginap. 3.</ref>)
*92. Il senso del tatto non è uno solo. Manifestasi ciò dai membri che servono alla generazione, i quali hanno un modo particolare di sentire, e dalla bocca del ventricolo, che ne ha un altro diverso. Di più questa ha un oggetto particolare, una particolar dilettazione, particolar molestia e quegli un'altra ne hanno. <ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti92; filosofici e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, paginap. 27.</ref>)
*268. Quello che [[Aristotele]] dice dei sogni, cioè talvolta esser causa di altre sintomi, è vero in tutte le divinazioni, perché colui che crede alla divinazione, per quella fede si muove a far cose, delle quali causa ella diviene. Ma dei segni, come li sogni ippocratici, niuno è mai.<ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici268; e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, paginap. 63.</ref> )
*389. Se uno vedesse un sol colore, senza distanza né varietà di sito, tanto sarebbe il vedere quant'esser cieco. Non possiamo noi immaginar una figura senza colore, nondimeno un cieco nato se l'immagina; onde si conchiude che, se fossimo assuefatti a metterc'innanzi la specie d'un corpo, come la riceviamo dal tatto, e come dal vedere, non sarebbe la medesima in quanto corpo ancora.<ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici389; e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, paginap. 86.</ref>)
 
==[[Incipit]] di alcune opere==
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===''Historia particolare delle cose passate trà il Sommo Pontefice Paolo V. E la Serenissima Republica di Venetia''===
Paolo V. dalli primi anni della sua pueritia fu dedito e nodrito in quelli studij che non hanno altro per scopo se non l'acquistare la Monarchia spirituale e temporale di tutto il mondo al Pontefice Romano, e avanzando l'ordine clericale sottrarlo dalla potestà e giurisdittione di tutti li Prencipi, inalzandolo anco sopra li Rè, e sottomettendogli i secolari in ogni genere di servigi e commodi.
 
==Scritti filosofici e teologici==
*1. Sappiamo certo e l'essere e la causa di quelle cose di far le quali abbiamo perfetta cognizione; di quelle, che solo conosciamo per esperienza, sappiam l'essere, ma non la causa; conghietturandola poi, cerchiamo solamente quella ch'è possibile, ma tra molte cause, che troviamo possibili, non possiamo certificarci qual sia la vera: il che si vede avvenir nelle descrizioni delle teorie celesti, ed avverrebbe a chi vedesse di prima faccia un orologio.<ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, pagina 3.</ref>
*92. Il senso del tatto non è uno solo. Manifestasi ciò dai membri che servono alla generazione, i quali hanno un modo particolare di sentire, e dalla bocca del ventricolo, che ne ha un altro diverso. Di più questa ha un oggetto particolare, una particolar dilettazione, particolar molestia e quegli un'altra ne hanno. <ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, pagina 27.</ref>
*268. Quello che Aristotele dice dei sogni, cioè talvolta esser causa di altre sintomi, è vero in tutte le divinazioni, perché colui che crede alla divinazione, per quella fede si muove a far cose, delle quali causa ella diviene. Ma dei segni, come li sogni ippocratici, niuno è mai.<ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, pagina 63.</ref>
*389. Se uno vedesse un sol colore, senza distanza né varietà di sito, tanto sarebbe il vedere quant'esser cieco. Non possiamo noi immaginar una figura senza colore, nondimeno un cieco nato se l'immagina; onde si conchiude che, se fossimo assuefatti a metterc'innanzi la specie d'un corpo, come la riceviamo dal tatto, e come dal vedere, non sarebbe la medesima in quanto corpo ancora.<ref>''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici e teologici]'', Laterza, Bari, 1951, pagina 86.</ref>
 
==Citazioni su Paolo Sarpi==
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*Paolo Sarpi, ''[http://www.liberliber.it/libri/s/sarpi/index.htm Istoria del Concilio Tridentino]'', Einaudi, Torino, 1974.
*Paolo Sarpi, ''Istoria del Concilio Tridentino'', a cura di Corrado Vivanti, 2 volumi, Einaudi, Torino, 2011. ISBN 978-88-06-20875-2
*Paolo Sarpi, ''[https://gutenberg.beic.it/webclient/DeliveryManager?pid=1922961 Scritti filosofici e teologici]'', a cura di Romano Amerio, Laterza, Bari, 1951.
 
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