Leonardo Sciascia: differenze tra le versioni

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*E del resto credo che il [[laicismo]], quello che per cui vi dite laici, non sia che il rovescio di un eccesso di rispetto per la Chiesa, per noi preti. Applicate alla Chiesa, a noi, una specie di aspirazione perfezionistica: ma standone comodamente fuori. Noi non possiamo rispondervi che invitandovi a venir dentro e a provare, con noi, ad essere imperfetti... (p. 44)
*È una cosa talmente semplice, il [[fare l'amore|fare all'amore]]... Che è poi l'amore: non ce n'è altro, tra un uomo e una donna... È come aver [[sete]] e bere. Non c'è niente di più semplice che aver sete e bere; essere soddisfatti nel bere e nell'aver bevuto; non avere più sete. Semplicissimo. (p. 45)
*È la [[castità]] che mi porta a semplificare quello che si usa chiamare amore. Ed è la non castità che porta lei a complicarlo. Certo, lo riconosco, la castità è spaventosa: ma soltanto nei primi tempi che la si sceglie ed affronta... Poi avviene qualcosa di simile, lei mi può capire, a quel che succede nell'arte, per chi la fa: i limiti e le preclusioni espressive ne sono la forma, non sono limiti e preclusioni. Allo stesso modo, la castità è la forma più sublime cui l'amor proprio può accedere: un far diventare arte la vita. (p. 46)
*Il dongiovannismo è un prolungamento di immaturità: fino al rimbambimento, che è poi la giusta preconclusione, e alla morte... Ci faccia caso: tutti i dongiovanni finiscono col rimbambire. (p. 47)
*La sopravvivenza e, più che la sopravvivenza, il trionfo della Chiesa nei secoli, più si deve ai preti cattivi che ai buoni. È dietro l'immagine dell'imperfezione che vive l'idea della perfezione: il prete che contravviene alla santità o, nel suo modo di vivere, addirittura la devasta, in effetti la conferma, la innalza, la serve... (p. 52)
 
==''Una storia semplice''==