Leonardo Sciascia: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*L'eremo è luogo di solitudine; e non di quella solitudine oggettiva, di natura, che meglio si scopre e più si apprezza quando si è in compagnia: un bel posto solitario, come si suol dire; ma di quella solitudine che ne ha specchiato altra umana e si è intrisa di sentimento, di meditazione, magari di follia. (p. 13)
*[...] guardo troppo spesso la televisione, perché possa dirmi completamente immune della lebbra dell'imbecillità... Troppo spesso: e finirò, se già non ci sono finito, col contagiarmene... Perché, me ne confesso, la contemplazione dell'imbecillità è il mio vizio, il mio peccato... Proprio: la contemplazione... [[Giulio Cesare Vanini]], che è stato bruciato come eretico, riconosceva la grandezza di Dio contemplando una zolla; altri contemplando il firmamento. Io la riconosco dall'imbecille. Non c'è niente di più profondo, di più abissale, di più vertiginoso, di più inattingibile... Solo che non bisogna contemplare troppo... (pp. 20-21)
*Il pranzo della seconda sera fu davvero migliore, anche se relativamente. Il cuoco e i suoi aiutanti erano arrivati nel tardo pomeriggio: e soltanto avevano potuto correggere, rimediare. Ma il miglioramento bastò a sollevarci in un certo buonumore, come constatò don Gaetano: e passò così a deprecare quegli stupidi che mostrano di non curarsi di quello che mangiano o sono tanto naturalmente rozzi o ineducati da non curarsene davvero. Parlò della cucina francese: la sola, e meritatamente, che annoverasse un eroe come [[François Vatel|Vatel]], da paragonare a [[Marco Porcio Catone Uticense|Catone l'uticense]]; ché se questo si era ucciso per la libertà che se ne andava, quello per il pesce che non arrivava. E l'atto, davanti a Dio, aveva lo stesso valore, mosso com'era dalla stessa passione: il rispetto di sé. (p. 23)
*È una cosa talmente semplice, il [[fare l'amore|fare all'amore]]... Che è poi l'amore: non ce n'è altro, tra un uomo e una donna... È come aver [[sete]] e bere. Non c'è niente di più semplice che aver sete e bere; essere soddisfatti nel bere e nell'aver bevuto; non avere più sete. Semplicissimo. (p. 45)