Sessantotto: differenze tra le versioni

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*Da quando nel 1968 la studentaglia di Parigi esaltò il ricorso alla fantasia come programma di governo [...] le cose del mondo sono andate di male in peggio. ([[Mario Praz]])
*È sbagliato dire che rappresentò la stagione della libertà. Ha tolto tante ragnatele, archiviato una stagione che sa tanto di muffa. Merito o colpa del '68? Non mi appassiona il discorso. Di certo fu negativo lo slogan "vietato vietare". Il '68 aveva fatto degenerare il valore della libertà in licenza, anarchia, assenza di regole. Fu una forma colossale per esprimere la propria imbecillità. Non c'è la libertà se non c'è una regola, se non c'è un'autorità. {{NDR|Il '68 ha fallito}} nel pensare a un mondo utopico dove ci fosse la libertà senza il principio di autorità. ([[Gianfranco Fini]])
*Ho iniziato la mia carriera di rivoluzionario occupando la mia scuola nell'inverno del '68, una cosa piuttosto dura, al portone non c'erano le mamme ma il battaglione della Celere, a portarci cibo e coperte, a discutere con noi e cercare di farci ragionare un filo più concretamente del vogliamo tutto, vennero gli operai dei cantieri navali e dell'arsenale militare; pareva a loro che, così differenti come eravamo, non ci fosse distanza e estraneità tra ciò che chiedevano nelle loro lotte sindacali e ciò che noi non sapevamo che sognare e pretendere, eravamo alla vigilia del contratto unico, delle grandi riforme sociali, vigilia di grandi vittorie. ([[Maurizio Maggiani]])
*I giovani del Sessantotto, e quelli che sono venuti dopo, pensano che il mondo vada cambiato, cambiato con la violenza, ma non vogliono sapere perché, e come cambiarlo. Non vogliono conoscerlo, e dunque non vogliono conoscere se stessi. ([[Alberto Moravia]])
*I modelli di comportamento del '68 hanno mutato il costume, questo si sa: ma lo hanno mutato in profondità e così – sradicando, con il concorso di altri fattori, la struttura della famiglia – hanno contribuito a indurre la crisi, la crisi della civiltà. Per il '68 non intendo, naturalmente, la spinta politica, ma quel complesso di modelli culturali e di costume, in parte di origine americana, in parte di origine europea, che si sono diffusi sul nostro continente a partire dal 1963, dalla famosa «Rivolta di Berkeley». ([[Sabino Acquaviva]])