Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*Nessuna [[verità]] è più certa, più assoluta, più lampante di questa: tutto ciò che esiste non è altro che l'oggetto in rapporto al soggetto.
*Noi ci illudiamo continuamente che l'oggetto voluto possa porre fine alla nostra volontà. Invece, l'oggetto voluto assume, appena conseguito, un'altra forma e sotto di essa si ripresenta. Esso è il vero demonio che sempre sotto nuove forme ci stuzzica.<ref>I, 52 in ''Grande Antologia Filosofica'', Marzorati, Milano, 1971, vol. XIX, p. 143.</ref>
*Non ai contemporanei, non ai connazionali: all'umanità consegno la mia opera ormai compiuta, nella sicurezza che non sarà per essa senza valore, quand'anche ciò dovesse, come il destino del bene in ogni forma comporta, essere riconosciuto soltanto tardi. (''Prefazione alla seconda edizione''; 2010)
*Presso di me, come presso [[Spinoza]], il mondo esiste per interna forza e da se stesso.<ref>Citato in Emilia Giancotti, ''Baruch Spinoza 1632-1677'', Editori riuniti, Roma, 1985.</ref>
*Quei signori {{NDR|i professori di filosofia}} vogliono vivere, e precisamente vivere della [[filosofia]]: da questa traggono sostentamento con moglie e prole, e tutto – nonostante il «''povera e nuda vai filosofia''» del [[Francesco Petrarca|Petrarca]] – tutto essi hanno arrischiato su di lei.