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''Elogio del libertino''
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*La [[Forza]] abbandona chi la nomina. (p. 67)
*[[Dio]] non è neutrale. Dio partecipa alla guerra militando dalla parte del giusto. (p. 116)
 
==''Elogio del libertino''==
===[[Incipit]]===
[[Dongiovanni]] è un seduttore, [[Giacomo Casanova|Casanova]] un sedotto. Entrambi a vita.<br>Non è che una delle innumerevoli distinzioni possibili tra i due personaggi, ma la più elementare, quindi la più evidente.
 
===Citazioni===
*Casanova ama – perdutamente, irrimediabilmente ama – tutte le donne con cui ha a che fare; Dongiovanni le usa, invece, senza amarle, anzi disprezzandole. Casanova vorrebbe sposarle tutte, tenersele tutte per sempre, se non fossero loro ad abbandonarlo; Dongiovanni deve sfuggirle tutte, dato che nessuna lo abbandonerebbe mai. (1993, p. 11)
*Per Dongiovanni l'avventura va oltre le galere umane: lui sfida Dio. Esemplare in tal senso assai più della spregiudicata fantasia erotica è l'invenzione di [[Molière]] sull'incontro del seduttore con il mendicante: Dongiovanni offre allo sventurato una moneta d'oro e gli chiede in cambio di bestemmiare. Quel povero disgraziato, lacero e tormentato dalla fame, pur non avendo avuto che maltrattamenti dalla sorte, rifiuta di inveire contro Dio temendo di dannarsi l'anima. Dongiovanni, che l'anima se la gioca ogni giorno, lo deride. (1992, p. 13)
*Al [[libertino]] sono indispensabili larghi spazi domestici: deve poter camminare molto, lungo tetri corridoi e stanze disadorne, la notte, per aiutarsi a coltivare antiche malinconie (senza le quali sarebbe appunto un dongiovanni, magari un ''[[play-boy]]'' da rivista femminile) e incolmabili sensi di colpa, tormenti indispensabili al mantenimento del suo ruolo. (2020, p. 33)
*La [[città]] è per il libertino le donne che la abitano. (1003, p. 36)
*Ed è sulla tavola imbandita che si celebrano generalmente i preliminari di qualsiasi rito d'amore.<br>Il ristorante e l'albergo sono i templi abituali di codesta liturgia. Ma il libertino dev'essere comunque in grado di cucinare per proprio conto ed improvvisare menù pittoreschi dando fondo alle risorse dei frigoriferi più sguarniti. (1993, p. 43)
*Il [[partito]] è maschile, il libertino non può amarlo. Ed è maschile non soltanto perché costruito ad uso ed immagine dei maschi, ma soprattutto perché assorbe nel suo tessuto maschile anche le donne che ne fanno parte, atrofizzandone la natura femminile. (1993, p. 49)
*In realtà il [[conte Dracula]] – come Casanova e Dongiovanni, come [[Marchese de Sade|Sade]] e [[Restif de la Bretonne]] – dovrebbe essere collocato nell'immaginario dell'amore prima che in quello dell'orrore. Con l'aggiunta di una sottolineatura crudele che, lungi dal rappresentare un limite, rientra per acquisizione non soltanto letteraria – ma di comune prassi erotica – tra le componenti essenziali della ritualità libertina. <br>Il [[bacio]] del [[vampiro]] è il [[morso]] dell'amante. (1993, pp. 73-74)
*La ''[[sida]]'' (cioè la «sindrome da immunodeficienza acquisita» impropriamente detta ''aids'' in un lessico volgare che si compiace di americanismi inutili) non ha mutato se non in superficie il costume libertino. Ha seminato il panico fra i turisti del sesso, tra gli apprendisti dell'eros, non tra coloro che dell'amore hanno fatto un esercizio di stile. (1993, p. 76)
 
==Bibliografia==
*Franco Cuomo, ''Carlo Magno'', Newton & Compton Edizioni, 1998
*Franco Cuomo, ''Elogio del libertino'', Newton&Compton, 1993. ISBN 8879830708
 
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