Luciano Zuccoli: differenze tra le versioni

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===Incipit===
La prima volta che Cesare Lascaris entrò in casa delle due sorelle, il cielo sfarfallava di lampi infaticabili a levante e a ponente, come per un'alternativa di colori liquefatti e largamente diffusi sopra una cupola immensa.<br>Roberta era stata ripresa dal suo male. Una leggera spuma rosea le era sgorgata dalla bocca, mentre innanzi alla finestra seguiva col binocolo un vapore, che all'ultima linea delle acque passava sotto il tumulto dei lampi, sotto il cumulo più nero delle nubi. Aveva deposto sùbito il cannocchiale, e volgendosi a Emilia con la pezzuola umida di sangue, aveva detto:<br>-Ecco! - rispondendo alla sorda inquietudine, che dalla prima comparsa del morbo le aveva confitto gli artigli nel cuore.
 
===Citazioni===
*Nella cabina drizzata a ridosso delle rocce sovrastanti alla spiaggia, Emilia vestì l'abito pel mare; un abito tutto candido, costellato di fioretti d'oro con le foglioline d'oro; i piccoli piedi ricoverati nei sandali, ella tentò studiosamente lo scoglio che li afferrava come nel pugno d'un innamorato; s'avanzò, cercò il proprio riflesso nell'onda, si buttò a capofitto, sparve, riapparve lontana, tagliando con le braccia nude l'acqua ritmicamente.<br>L'acqua! Emilia l'aveva sempre temuta e vi si abbandonava con un piacere non privo di fremiti.... L'acqua che poteva essere la morte, l'onda che aveva la forza di dieci leoni scatenati, l'acqua e l'onda l'attiravano, le parlavano, la cullavano perfidamente, ed Emilia non sapeva se un giorno non sisarebbero chiuse sopra la sua testa, eternando la conquista giovanile. (pagg. 18-19)
*Emilia non era più fanciulla, ma era stata donna per così poco tempo, che i guanciali del suo letto avevan dimenticato l'impronta d'una testa maschile e la luce del suo corpo risplendeva nell'alcova deserta. Era vedova da due anni; ma il desiderio di chiudere la solitudine dell'anima le faceva sembrar quel tempo assai lontano.<br>Aveva gli occhi grigi; i capelli neri avvolti intorno alla testa e attorti presso le orecchie, davano qualche riflesso d'acciaio.<br>Ella entrava sola nel talamo e sola riposava. Le era avvenuto forse di svegliarsi nella notte e d'irritarsi per uno di quegli arguti sogni, che non lascian tregua, popolano la mente di fiamme, soffiano sulle carni; le era avvenuto forse di stendere le braccia disperatamente nell'ombra, e di piegarsi ad arco sotto lo spasimo del sogno che sfiora e sfugge.... Ma giungeva l'alba a quietarla, e il torpore invece del sonno.... Si guardava nello specchio al mattino, e vedeva sotto gli occhi puri un livido cerchio. (pagg. 20-21)
*Sembravano due ragazzi accaniti in una gara ingenua, ed eran due odii che si cercavano, una coppia che travisava la lotta dei sessi, la quale finisce con un abbraccio, e qui non aveva speranza di finire se non con qualche imprevveduta violenza. Tale era diventata a poco a poco l'intimità fra Cesare e Roberta, che il dottore e la fanciulla non si chiamavano più coi nomi loro, ma con nomignoli bizzarri. (pag. 121)
*Cesare accompagnò Emilia fino all'ingresso della villetta, spalangandole innanzi il robusto cancello che cigolava.<br>Dall'ombra dei palmizi uscì incontro ai giovani la figura curva e malaticcia di Roberta; si avanzava adagio, svogliata, trascinando seco una folla di disgusti, e fra le mani teneva un gran libro di racconti fantastici.<br>La fosforescenza, ch'è nel sorriso e intorno al corpo degli innamorati, si spense tosto intorno a Cesare e ad Emilia.
*Illuminata dal male, Roberta appariva certi giorni veramente bella: un viso bianco e giovanile, che già si piegava a scrutare i vuoti abissi del nulla, un corpo fragile di cui Cesare conosceva quasi intere la forma e l'attraenza.... Poi, la giovinetta, anelante la bellezza, si faceva di ora in ora più seduttrice, con molta incoscienza, la quale era un'altra seduzione; e nel giuoco sfoggiava una naturale arte femminea, dando alla voce alcuni coloriti di preghiera e d'ironia, che vibravano a lungo e sembravano commuovere lei medesima. (pagg.122-123)
 
 
{{NDR|Luciano Zuccoli, ''Roberta'', Garzanti, 1945.}}
 
 
 
==Bibliografia==