Morando Morandini: differenze tra le versioni

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*''[[Prima della rivoluzione]]'' di [[Bernardo Bertolucci|Bertolucci]] ha l'ambizione e la struttura di un romanzo. I suoi presunti difetti sono vuoti (salti) di struttura. (p. 58)
*Come la letteratura, il cinema può essere la continuazione della politica con altri mezzi. Attenzione, però, a non farsi ossessionare dal messaggio. Il film è anzitutto e soprattutto cinema, ossia una storia raccontata in un certo modo. Può contenere idee, proposte, punti di vista, giudizi, ma prima di tutto è cinema. L'[[ideologia]] c'è sempre, anche se non sempre appare, ma all'interno del testo e non può essere estrapolata e proposta in forma autonoma. L'ideologia è tra le righe, tra le immagini. (p. 60)
*{{NDR|A proposito di ''[[Schindler's List - La lista di Schindler|Schindler's List]]''}} Non sono pochi coloro che sostengono la sacralità del [[male]] quando raggiunge le proporzioni della [[Olocausto|Shoah]]: l'orrore dei campi di sterminio è irrappresentabile. Chi prova a rappresentarlo tende, anche senza volerlo, alla dissacrazione. [[Steven Spielberg|Spielberg]] ha superato l'ostacolo raccontando il genocidio dalla parte dei tedeschi e ribaltando la prospettiva: non la normalità, ma l'eccezionalità del bene. Ci è riuscito anche grazie all'ottica economica di una narrazione dove contano il denaro, gli scambi in natura, i baratti, le transazioni, le mance, la corruzione, i salari, la forza-lavoro, i problemi logistici. Eccola la normalità, la banalità quotidiana del male. (p. 61)
*''Cult-movie'' è un film per il quale l'atto di andare a vederlo, o acquistarne la videocassetta, è più importante della stessa visione. (p. 67)
*Come il [[sogno]], il cinema risveglia il nostro inconscio, induce identificazioni vergognose e segrete, fa da valvola di scarico a desideri repressi e a tensioni latenti. (p. 93)
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*[[Andrej Tarkovskij]] passa per un autore difficile e talvolta oscuro, ma era uno sdegnoso avversario dell'avanguardia. Le nozioni di sperimentazione e di ricerca sono per lui inconciliabili con gli scopi dell'arte. Come [[Edgar Degas|Degas]], non ammetteva che si confondesse l'esercizio con la creazione e che si trasformasse in scopo quel che deve rimanere un mezzo. (p. 104)
*Tarkovskij ebbe un rapporto conflittuale con l'[[Occidente]] e la sua cultura. Quando gli domandarono se avesse visitato la Galleria degli Uffizi a Firenze, risposte polemicamente che s'era fermato dopo le prime tre sale. Ammirava la grande pittura rinascimentale senza amarla: la sentiva estranea, lontana, perché troppo antropocentrica. [...] Detestava il narcisismo e l'egocentrismo che, secondo lui, erano le componenti dominanti del romanticismo tedesco. Si sentiva lontano dall'arte occidentale che, dal Rinascimento in poi, non possiede il senso del sacro e mette l'uomo al centro del mondo. (p. 106)
*''Nomen atque omen''. È un caso che [[Steven Spielberg|Spielberg]] in tedesco significhi la montagna del gioco? L'infanzia, la paura, il volo sono i motivi conduttori del suo cinema, il volo implica la nozione di leggerezza. ''[[Always - Per sempre|Always]]'', ''[[Hook - Capitan Uncino|Hook]]'' e ''[[Jurassic Park (film)|Jurassic Park]]'' i tre film che precedono ''[[Schindler's List - La lista di Schindler|Schindler's List]]'' - sono i meno felici perché i più pesanti. (p. 106)
*Quante volte [[Mario Monicelli|Monicelli]] ha visto ''[[Orizzonti di gloria]]'' prima di girare ''[[La grande guerra]]''? Senza [[Stanley Kubrick|Kubrick]] il suo film sarebbe stato diverso. (p. 107)
*Quando va in scena ''[[William Shakespeare#Riccardo III|Riccardo III]]'' di [[William Shakespeare|Shakespeare]], a un certo punto lo spettatore ignaro o rozzo comincia a contare i morti ammazzati. Non ride mai, però. Come in altri testi del teatro elisabettiano, la violenza della morte travalica le frontiere del delirio, dell'assurdo. Riccardo è veramente l'inferno calato in un personaggio. (p. 109)
*I registi di cinema si possono dividere in due categorie: coloro che s'interessano soprattutto a quel che sta davanti alla macchina da presa e coloro cui interessa specialmente la macchina da presa stessa. I primi amano i personaggi, e gli attori, più dello stile e viceversa i secondi. Sarebbe, però una deduzione rozza chiamarli contenutisti o formalisti. I recensori ci ricorrono troppo spesso. (p. 112)
*I fratelli De Chirico e [[Alberto Savinio|Savinio]] sono stati per la prima volta riuniti in mostre tedesche prima a Düsseldorf e poi a Monaco. Hanno fatto entrambi letteratura con i pennelli, ma come letterato il secondo è assai superiore per intelligenza creativa. (p. 122)