Lautréamont: differenze tra le versioni

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*I pidocchi sono incapaci di compiere tutto il male che la loro immaginazione medita. Se incontrate un pidocchio sulla vostra strada, tirate avanti, e non leccategli le papille della lingua. Vi succederebbe qualche incidente. È già capitato. Non importa, sono già contento della quantità di male che ti fa, o razza umana; vorrei solo che te ne facesse di più. (1989, p. 137)
*I miei anni non sono molti, eppure sento già che la [[bontà]] non è che un'accozzaglia di sillabe sonore; non l'ho trovata in nessun luogo. (1989, p. 165)
*Ma non mi lamenterò più. Ho ricevuto la vita come una ferita, e ho proibito al suicidio di guariresanare la cicatrice. Voglio che il Creatore ne contempli, inad ogni ora della sua eternità, il crepaccio spalancato. (III)<ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni''1989, a cura di Italo Sordi, BUR, 1992p. ISBN 88-17-14603-X</ref>205)
*Quando il piede scivola su una rana, si prova un senso di schifo; ma quando si sfiora appena il capo umano con la mano, la pelle delle dita si screpola come le scaglie d'un blocco di mica spezzato a martellate; e, come il cuore di uno squalo che, morto da un'ora, palpita ancora sul ponte con tenace vitalità, così le nostre viscere sono sconvolte da cima a fondo, per lungo tempo dopo quel contatto. (1989, p. 247)
*Se esisto non sono un altro. Io non ammetto in me questa equivoca pluralità. (1989, p. 329)
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*Fino a quando conserverai il culto tarlato di questo dio insensibile alle tue preghiere e alle offerte generose che gli tributi in olocausto espiatorio? Vedi, quell'orribile manitù non è riconoscente per le grandi coppe di sangue e di cervella che tu spandi sui suoi altari, devotamente decorati di ghirlande di fiori. Non è riconoscente... perché i terremoti e le tempeste continuano a infierire fin dall'inizio di tutte le cose. Eppure, spettacolo degno di nota, più si mostra indifferente e più tu lo ammiri. Si vede che diffidi dei suoi attributi, che nasconde; e il tuo ragionamento si fonda su questa considerazione, che soltanto una divinità di una potenza estrema può mostrare tanto disprezzo verso i fedeli che obbediscono alla sua religione. (1995)
*"A cosa pensavi, fanciullo?" "Pensavo al cielo." "Non c'è bisogno che tu pensi al cielo; è già abbastanza pensare alla terra. Sei stanco di vivere, tu che sei appena nato?" "No, ma tutti preferiscono il cielo alla terra." "Beh, io no. Poiché, dato che il cielo è stato fatto da Dio, come la terra, stai certo che vi troverai gli stessi mali di quaggiù." (1995)
*Ma non mi lamenterò più. Ho ricevuto la vita come una ferita e ho proibito al suicidio di guarire la cicatrice. Voglio che il Creatore ne contempli, in ogni ora della sua eternità, il crepaccio spalancato. (III)<ref name=diz>Citato in ''Dizionario delle citazioni'', a cura di Italo Sordi, BUR, 1992. ISBN 88-17-14603-X</ref>
 
===Citazioni su ''I Canti di Maldoror''===