Luigi Einaudi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
+1
Riga 13:
*La pianta della concorrenza non nasce da sé, e non cresce da sola; non è un albero secolare che la tempesta furiosa non riesce a scuotere; è un arboscello delicato, il quale deve essere difeso con affetto contro le malattie dell'egoismo e degli interessi particolari, sostenuto attentamente contro i pericoli che da ogni parte lo minacciano sotto il firmamento economico.<ref>Da ''Economia di concorrenza e capitalismo storico'', giugno 1942, p. 65.</ref>
*Migliaia, milioni di individui lavorano, producono e risparmiano nonostante tutto quello che noi possiamo inventare per molestarli, incepparli, scoraggiarli. È la [[industriosità|vocazione naturale]] che li spinge; non soltanto la sete di guadagno. Il gusto, l'orgoglio di vedere la propria azienda prosperare, acquistare credito, ispirare fiducia a clientele sempre più vaste, ampliare gli impianti, costituiscono una molla di progresso altrettanto potente che il guadagno. Se così non fosse, non si spiegherebbe come ci siano imprenditori che nella propria azienda prodigano tutte le loro energie ed investono tutti i loro capitali per ritirare spesso utili di gran lunga più modesti di quelli che potrebbero sicuramente e comodamente ottenere con altri impieghi.<ref>Da ''Dedica all'impresa dei Fratelli Guerrino di Dogliani'', 15 settembre 1960; citato in Antonio Thomas, ''Il legame biunivoco tra imprenditorialità e sviluppo economico: origini, evoluzioni e scelte di policy'', Guida Editori, 2009, [http://books.google.it/books?id=KwbnEN8BKE4C&pg=PA114 p. 114]. ISBN 8860428297</ref>
*Se il sistema monarchico ha valore politico anche nei tempi odierni, il valore sta esclusivamente nell'uso della prerogativa regia; la quale può e deve rimanere dormiente per lunghi decenni e risvegliarsi nei rarissimi momenti nei quali la voce unanime, anche se tacita, del popolo chiede al sovrano di farsi innanzi a risolvere una situazione che gli eletti del popolo da sé non sono capaci ad affrontare o per ristabilire l'osservanza della legge fondamentale, violata nella sostanza anche se ossequiata in apparenza.<ref>da ''[http://www.luigieinaudi.it/doc/ricordi-e-divagazioni-sul-senato-vitalizio Ricordi e divagazioni sul Senato vitalizio]'', ''Nuova antologia'', febbraio 1956.</ref>
*Se lo Stato, nei suoi tronconi, avesse dovuto, per far fronte al suo fabbisogno, ricorrere soltanto ai biglietti, sarebbe stato il diluvio universale cartaceo. I prezzi, invece di moltiplicarsi in media per 20-25 in confronto al 1938, si sarebbero moltiplicati per 50 o 60; e il crescere vertiginoso dei prezzi avrebbe cresciuto a sua volta le spese pubbliche, sicché il disavanzo non si sarebbe limitato a 631 miliardi, ma si sarebbe spinto a 1000, a 2000 e chissà fin dove. Sarebbe stato il finimondo e forse la lira avrebbe fatto la mala fine. Chi ci salvò fu il [[risparmio]] del Paese. Consapevolmente o inconsapevolmente, recando i propri risparmi alle banche e alle casse di risparmio, le quali lo riversavano in massima parte alla Banca d’Italia, la quale a sua volta lo trasmetteva al Tesoro – e tutto ciò accadeva fatalmente, perché banche e casse non potevano pagare interessi ai depositanti se non impiegavano i depositi presso l’unico cliente, che in tutti i Paesi del mondo in tempo di guerra è lo Stato – i risparmiatori salvarono il Paese dall’estrema rovina.<ref>Da ''Il Paese salvato dal risparmio'', ''Libertà'', 16 aprile 1946.</ref>
*Tutti nasciamo spontaneamente [[virtù|virtuosi]], [[intelligenza|intelligenti]], [[liberalismo|liberali]] e [[Juventus Football Club|juventini]]. Taluni, poi, crescendo si corrompono e diventano [[Idiozia|imbecilli]], [[Football Club Internazionale Milano|interisti]] o [[Associazione Calcio Milan|milanisti]].<ref>Citato in Fulvio Paglialunga, ''[http://www.rivistastudio.com/standard/i-presidenti-della-repubblica-del-pallone/ I presidenti della Repubblica del pallone]'', ''Rivista Studio'', 9 febbraio 2015.</ref>