Giancarlo Magalli: differenze tra le versioni

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→‎Citazioni di Giancarlo Magalli: La fede quotidiana, 19 dicembre 2015+intervista del 2008
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*La [[vita]] è un libro che ci viene dato in prestito. E in genere lo rivogliono indietro proprio quando stiamo per capire la trama.<ref>Da un [https://www.facebook.com/giancarlo.magalli.5/posts/10207603257909954 post] sul profilo ufficiale ''Facebook.com'', 9 ottobre 2015.</ref>
*I grandi pensieri spesso attraversano le nostre vite come i gatti che attraversano davanti alla nostra auto: sono veloci, ci spaventano e facciamo di tutto per evitarli.<ref>Da un [https://www.facebook.com/giancarlo.magalli.5/posts/10207747101905964 post] sul profilo ufficiale ''Facebook.com'', 4 novembre 2015.</ref>
*{{NDR|Da credente dubbioso, che cosa pensa della Chiesa cattolica e del pontificato di Papa Francesco?}} Personalmente questo [[papa Francesco|Papa]] mi piace, lo trovo aperto al mondo, disposto a capire che il linguaggio della Chiesa deve evolversi, come anche certe posizioni troppo chiuse. Poi sta cercando di fare una opera di pulizia e di riforma dentro le mura di casa e tutto questo mi sembra bello, anche se trova resistenze e persino forti.<ref>Citato in Michele M. Ippolito, [https://www.lafedequotidiana.it/giancarlo-magalli-papa-francesco-mi-piace-sta-provando-a-fare-opera-di-pulizia/ ''Giancarlo Magalli: “Papa Francesco mi piace, sta provando a fare opera di pulizia”''], ''La fede quotidiana'', 19 dicembre 2015.</ref>
*I vecchi non dovrebbero guardare la televisione. La TV è una finestra su un mondo che sta fuggendo e loro lo sanno. Vedono posti dove non potranno più andare, donne che non potranno amare ed avventure che non avranno più il tempo di vivere. Regalate un libro ai vecchi e spegnete loro la TV. Ma non un libro che faccia troppo sognare. La fantasia è un volo doloroso per chi non ha più le ali.<ref>Da un [https://www.facebook.com/giancarlo.magalli.5/posts/10208078390307967 post] sul profilo ufficiale ''Facebook.com'', 28 dicembre 2015.</ref>
*Oggi il cinema italiano dice di piangere la scomparsa di [[Ettore Scola]], regista di straordinaria grandezza. In realtà è il pubblico che lo piange. Quel pubblico che ha adorato i suoi film, che ha pianto, riso, sognato e riflettuto grazie a lui. Quel pubblico che di suoi film ne avrebbe visti volentieri altri. Incontrai Scola qualche anno fa ad una cerimonia in Campidoglio. Fu cortese con me e mi spinsi a dirgli: "Scola, quanto mi piacerebbe fare un film con lei!". Lui sorrise e rispose: "Magalli, quanto mi piacerebbe fare un film!". Ecco, dietro la sua consueta ironia il dolore per un cinema che lo aveva accantonato, invece di fare la fila dietro la sua porta per implorarlo di lavorare ancora. Quindi che il pubblico lo pianga è giusto e doveroso, e lui lo apprezzerebbe, ma il cinema, quel cinema, non pianga Scola. Pianga se stesso e la sua ignavia. Addio Maestro.<ref>Da un [https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10208239856384518&set=a.1048746909348.2009656.1545972326&type=3 post] sul profilo ufficiale ''Facebook.com'', 20 gennaio 2016.</ref>
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*L'unica cosa che mi sfugge è il perché una radio {{NDR|Subasio}} che ha conduttori e speaker eccellenti faccia presentare il concerto {{NDR|per festeggiare i 40 anni di trasmissioni}} ad [[Enrico Papi]], la cui competenza musicale è una delle tante sue doti che non risultano agli atti...<ref>Da un [https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10209206483429590&set=a.1048746909348.2009656.1545972326&type=3 post] sul profilo ufficiale ''Facebook.com'', 14 maggio 2016.</ref>
*Potreste dire che l'acqua fa parte del mare? Certamente no: l'acqua È il mare. E così non si potrebbe dire che [[Giorgio Albertazzi|Albertazzi]] faceva parte del teatro. Lui ERA il teatro, in ogni forma, in ogni accezione e significato. Chi ha avuto la fortuna di ascoltarlo recitare si è accorto che i versi più oscuri di Dante o i concetti più velati di Shakespeare divenivano comprensibili senza che dovesse spiegarli, gli bastava enunciarli. Così ha reso alcuni grandi testi, come le Lezioni Americane di Calvino, delle vere e proprie esperienze sensoriali, dove tutto veniva appagato: occhio, orecchio, cuore e mente. Queste sono le eredità che i grandi attori lasciano. Gli attori immensi lasciano eredità immense, e non esiste un grazie adeguatamente immenso da dire loro.<ref>Da un [https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10209314482289494&set=a.1048746909348.2009656.1545972326&type=3&theater post] sul profilo ufficiale ''Facebook.com'', 28 maggio 2016.</ref>
 
{{Int|1=[https://messaggerosantantonio.it/content/dieci-domande-giancarlo-magalli ''Dieci domande a... Giancarlo Magalli]|2=intervista di Lorena Bianchetti, ''Il messaggero di Sant'Antonio'', 18 marzo 2008.}}
*{{NDR| Che cosa proprio detesti?}} L'arroganza, non solo di alcuni colleghi. Ricordo liti furiose con funzionari o rappresentanti delle istituzioni che si rivolgevano alle persone dicendo: «Parli solo quando glielo dico io».
*{{NDR| La persona che più ha influenzato la tua vita?}} Innanzi­tutto mio nonno: è stato un bell'esempio, una persona positiva dalla quale ho imparato tanto. Poi mio padre: mi ha fatto capire come prendere le distanze da ciò che non condividevo. Si infuriava facilmente e grazie a lui ho capito quanto fosse sgradevole lasciarsi andare. È per questo che io non mi arrabbio mai e cerco di essere sempre gentile. Mia madre era una donna spiritosa: da lei ho imparato i meccanismi dell’umorismo. Ai famigliari aggiungo i modelli professionali come [[Mario Riva]] e [[Corrado Mantoni|Corrado]].
*La fede è un dono. Sono cresciuto dai gesuiti e dagli scolopi, che mi hanno massacrato di messe obbligatorie, inculcandomi una religione forzata che mi ha costretto, più tardi, a dover ripartire da capo. Sono uscito da queste scuole con una specie di [[fede]] ''prêt à porter'', confezionata come un cappottino. Ho cominciato a ricercarla e a ricostruirla inserendola nella [[vita]].
 
==Citazioni su Giancarlo Magalli==