Francesco Guccini: differenze tra le versioni

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*''E fuori: [[Milano]] muore di malinconia, di sole che tramonta là in periferia, | di auto del ritorno, famiglie, freni e gas di scarico. | Lontano il centro è quasi un altro mondo, | San Siro un urlo che non cogli a fondo, | ti taglia un senso vago di infinito panico. | Spunta un gasometro dietro a muri neri, oziosi vagolano i tuoi pensieri | e in aria il cielo è un qualche cosa viola carico...'' (da ''Samantha'', n. 3)
*''Ed io, burattinaio di parole, perché mi perdo dietro a un primo sole, | perché mi prende questa assurda nostalgia?'' (da ''Samantha'', n. 3)
*''E sorridevi e sapevi sorridere, coi tuoi [[ventenne|vent'anni]] portati così, | come si porta un [[maglia (indumento)|maglione]] sformato su un paio di jeans...'' (da ''Farewell'', n. 4)
*''E sentire i tuoi passi che arrivano, il ticchettare del tuo buonumore, | quando aprivi la porta il sorriso ogni volta mi entrava nel cuore...'' (da ''Farewell'', n. 4)
*''Ma ogni storia ha la stessa illusione, sua conclusione, | e il peccato fu creder speciale una storia normale. | Ora il [[tempo]] ci usura e ci stritola in ogni giorno che passa correndo, | sembra quasi che ironico scruti e ci guardi irridendo. | E davvero non siamo più quegli eroi pronti assieme a affrontare ogni impresa; | siamo come due foglie aggrappate su un ramo in attesa.'' (da ''Farewell'', n. 4)
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==''Nuovo dizionario delle cose perdute''==
*{{NDR|Sui vespasiani}} Sorgevano sullo spartitraffico di viali, ombreggiati in calura estiva da frondosi platani o, nei mesi autunnali e invernali, lasciavano vedere la loro grazia vagamente art déco sotto le ramaglie rese scheletriche dagli accidenti atmosferici. Oppure erano in angoli di remote piazzette di periferia, in vicoletti seminascosti su cui si affacciavano piccole modeste case dai colori tenui, pastello, come fossero immaginati da un poeta crepuscolare o da un pittore amante di tristi meriggi provinciali italiani. Sembravano gazebo, garitte dimenticate senza soldati in vigile guardia, edicole, chioschetti per la vendita, se vogliamo, di gentili fiori; erano eleganti, di lamiera di ferro, dipinti di un verde cupo o di un grigio plumbeo, a due ingressi laterali sfalsati, in modo che, chi entrava per accingersi alla bisogna più o meno impellente, avesse un minimo di privacy, a soccorso dell'eventuale pudore. (p. 8)
*[...] un [[maglia (indumento)|maglione]] è quella cosa che i bambini indossano quando le mamme hanno freddo [...]. (p. 20)
*Cominciava a delinearsi quel famoso [[motti dai libri|motto]] della naia che recita: "La [[servizio militare|vita militare]] è rendere le cose facili difficili attraverso l'inutile." (p. 71)