Francesco Guccini: differenze tra le versioni

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amplio e sistemo "quello che non..."
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*''Viene [[Gennaio]] silenzioso e lieve, un fiume addormentato | fra le cui rive giace come neve il mio corpo malato, il mio corpo malato... | Sono distese lungo la pianura bianche file di campi, | son come amanti dopo l'avventura neri alberi stanchi, neri alberi stanchi...'' (da ''Canzone dei dodici mesi'', n. 5)
*''Viene [[Febbraio]], e il mondo è a capo chino, ma nei convitti e in piazza | lascia i dolori e vesti da Arlecchino, il carnevale impazza, il carnevale impazza... | L'inverno è lungo ancora, ma nel cuore appare la speranza | nei primi giorni di malato sole la primavera danza, la primavera danza...'' (da ''Canzone dei dodici mesi'', n. 5)
*''Cantando [[Marzo]] porta le sue piogge, la nebbia squarcia il velo, | porta la neve sciolta nelle rogge il riso del disgelo, il riso del disgelo... | Riempi il bicchiere, e con l'inverno butta la penitenza vana, | l'ala del [[tempo]] batte troppo in fretta, la guardi, è già lontana, la guardi, è già lontana...'' (da ''Canzone dei dodici mesi'', n. 5)
*''Con giorni lunghi al sonno dedicati, il dolce [[Aprile]] viene | quali segreti scoprì in te il poeta che ti chiamò crudele? |Ma nei tuoi giorni è bello addormentarsi dopo fatto l'amore, | come la terra dorme nella notte dopo un giorno di sole, dopo un giorno di sole...''<ref>{{cfr}} [[Thomas Stearns Eliot]], ''La terra desolata'': «''Aprile è il mese più crudele, genera | lillà da terra morta, confondendo | memoria e desiderio, risvegliando | le radici sopite con la pioggia di primavera.''»</ref> (da ''Canzone dei dodici mesi'', n. 5)
*''Ben venga [[Maggio]] e il gonfalone amico, ben venga primavera, | il nuovo amore getti via l'antico nell'ombra della sera, nell'ombra della sera...''<ref>{{cfr}} [[Agnolo Poliziano]], ''Rime'': ''Ben venga Maggio e il gonfalon selvaggio! | Ben venga primavera che vuol ch'uom s'inamori. | E voi, donzelle, a schiera, con li vostri amadori, | che di rose e fiori vi fate belle il maggio, | venite alla frescura delli verdi arbuscelli.''</ref> (da ''Canzone dei dodici mesi'', n. 5)
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'''Etichetta''': EMI Italiana, 1990.
 
*''La vedi nel cielo quell'alta pressione, la senti una strana stagione? | Ma a notte la [[nebbia]] ti dice di un fiato che il dio dell'[[inverno]] è arrivato.'' (da ''Quello che non...'')
*''La vita che buffa cosa, ma se lo dici, nessuno ride.'' (da ''Tango per due'')
*''E l'urlo di sempre che dice pian piano: | "Non siamo, non siamo, non siamo."'' (da ''Quello che non...'', n. 1)
*''Se ci sono non so cosa sono e se vuoi quel che sono o sarei, quel che sarò domani, non parlare non dire più niente, se puoi, lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani...'' (da ''Canzone delle domande consuete'')
*''Ancora qui a domandarsi e a far finta di niente | come se il tempo per noi non costasse l'uguale, | come se il tempo passato ed il tempo presente | non avessero stessa amarezza di sale.'' (da ''Canzone delle domande consuete'', n. 2)
*''E l'urlo di sempre che dice pian piano: "Non siamo, non siamo, non siamo."'' (da ''Quello che non...'')
*''Se ci sono non so cosa sono e se vuoi | quel che sono o sarei, quel che sarò domani, | non parlare non dire più niente, se puoi, | lascia farlo ai tuoi occhi, alle mani...'' (da ''Canzone delle domande consuete'', n. 2)
*''Fa niente. Danno in TV un programma intelligente, ci vuole un tè aromatico e bollente e poi che il sonno arrivi a poco a poco.'' (da ''Canzone per Anna'')
*''Pronto a dire "buongiorno", a rispondere "bene", | a sorridere a "salve", dire anch'io "come va?" | Non c'è vento stasera. Siamo o non siamo assieme? | Fuori c'è ancora una città?'' (da ''Canzone delle domande consuete'', n. 2)
*''La vedi nel cielo quell'alta pressione, la senti una strana stagione? Ma a notte la [[nebbia]] ti dice di un fiato che il dio dell'[[inverno]] è arrivato.'' (da ''Quello che non...'')
*''Brandelli di canzoni, frasi e televisioni parlano dalle finestre aperte, | in un [[telegiornale]] qualcuno il bene o il male denuncia, auspica, avverte; | frasi del quotidiano ti sfiorano pian piano ed entrano senza toccarti | s'infilano negli angoli della tua casa suoni che tu non sai.'' (da ''Canzone per Anna'', n. 3)
*''Vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano... brutta razza, l'emiliano!'' (da ''Emilia'')
*''Niente "se" e "forse", fra le occasioni avute e perse | restano solo ore scomparse, | di certo hai solo quello che farai...'' (da ''Canzone per Anna'', n. 3)
*''Fa niente., Dannodanno in TV un programma intelligente, | ci vuole un tè aromatico e bollente | e poi che il sonno arrivi a poco a poco.'' (da ''Canzone per Anna'', n. 3)
*''Con gesti da gatto infilava sui tetti le [[antenna|antenne]], | in alto d'estate sui grattacieli della periferia | come un angelo libero, in bilico sulla città.'' (da ''Ballando con una sconosciuta''<ref name=lolli/>, n. 4)
*''[[Felicità]] che sappiamo soltanto guardare, aspettare, cercare già fatta, | quasi fosse anagramma perfetto di facilità, | barando su un'unica lettera...'' (da ''Ballando con una sconosciuta''<ref name=lolli/>, n. 4)
*''Che cosa dicono le ragazze della notte a quei baristi ruffiani e discreti | che si chinano preteschi sul bancone per confessare chissà quali segreti | e poi guardano in controluce a un bicchiere e agili danzano versando un liquore; | quanto da dire e quanto c'è da bere mentre la notte macina le ore...'' (da ''Le ragazze della notte'', n. 5)
*''Finché anche dai vetri affumicati spinge la luce ed entra all'improvviso | e autobus gonfi di sonni arretrati passano ottusi nel mattino intriso | di edicole che espongono i giornali pieni di fatti che sappiamo già, | di cappucci e brioche e dei normali rumori che ha al mattino una città...'' (da ''Le ragazze della notte'', n. 5)
*''L'oggi ha cambiato facciata, ma di quell'ieri passato io so | che tante ne potreste raccontare e il ricordo stempera e non guasta | quante cose e facce da narrare che come si dice un romanzo non basta, | nate con un rapido "a domani", continuate in giorni di "si" e "no", | lampi sotto cieli suburbani e raffica il tango che vi presentò...'' (da ''Tango per due'', n. 6)
*''La [[vita]] che buffa cosa, ma se lo dici, nessuno ride.'' (da ''Tango per due'', n. 6)
*''Dove scappare per sentirsi vero, dove fuggire per non essere diverso? | E sognò il [[circo]], realtà capovolta, mondo di uguali perché tutti strani, | la nostra solita realtà stravolta, quell'Eden senza giganti o nani.'' (da ''Cencio'', n. 7)
*''Ma il [[tempo]] più ottuso di noi incalza per tutti, sia per i giganti che i nani: | chi immaginava allora che ognuno sarebbe finito in un proprio circo personale? | Vincenti o perdenti non importa, ma quasi mai secondo i propri piani, | con la faccia tinta, sul trapezio, fra i leoni, solo attenti a non farsi troppo male..'' (da ''Cencio'', n. 7)
*''Le [[Alpi]], si sa, sono un muro di sasso, una diga confusa, fanno tabula rasa | di noi che qui sotto, lontano, più in basso, abbiamo la casa; | la casa ed i piedi in questa spianata di sole che strozza la gola alle rane, | di nebbia compatta, scabrosa, stirata che sembra di pane | ed una strada antica come l' uomo marcata ai bordi dalla fantasie di un duomo | e fiumi, falsi avventurieri che trasformano i padani in marinai non veri...'' (da ''Æmilia''<ref name=dallam>Canzone già interpretata da [[Dalla Morandi]] nell'album ''Dalla/Morandi'' (1988).</ref>, n. 8)
*''[[Emilia]] sdraiata fra i campi e sui prati, lagune e piroghe delle terramare, | guerrieri del Nord dai capelli gessati, ne hai visti passare! | Emilia allungata fra l'olmo e il vigneto, voltata a cercare quel mare mancante | e il monte Appennino rivela il segreto e diventa un gigante.'' (da ''Æmilia''<ref name=dallam/>, n. 8)
*''Vero, aperto, finto, strano, chiuso, anarchico, verdiano... brutta razza, l'emiliano!'' (da ''EmiliaÆmilia''<ref name=dallam/>, n. 8)
*''Emilia sognante fra l'oggi e il domani, di cibo, motori, di lusso e balere, | Emilia di facce, di grida, di mani.'' (da ''Æmilia''<ref name=dallam/>, n. 8)
 
===''Parnassius Guccinii''===
[[Immagine:Francesco Guccini 2.jpg|thumb|Francesco Guccini]]
'''Etichetta''': EMI, 1993.
 
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