Gilbert Keith Chesterton: differenze tra le versioni

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==''Robert Louis Stevenson''==
===[[Incipit]]===
*Ma non è un’esagerazione sostenere che quel libro {{NDR|''[[L'isola del tesoro]]''}} avesse più a che fare con il gioco, che con il tesoro. Stevenson non cercava veramente fuori di sé o lontano da sé un mondo di cose più grandi, ma perseguiva dentro di sé un mondo di piccole cose [...]. (IV)
In questo breve saggio su Stevenson mi propongo di seguire un corso piuttosto inusuale, o forse è meglio dire che traccerò uno schizzo che potrebbe esser considerato alquanto eccentrico. Tale idea è scusabile solo nella pratica, e ho la netta sensazione che il mio esercizio avrà delle mancanze. Nondimeno, ho così stabilito dopo averci ben ragionato e dopo essermi posto il problema di quale sia il modo migliore per trattare un problema reale e pratico. Così, prima che la pratica produca il collasso del mio proposito, mi prenderò almeno la soddisfazione e la gioia di esporlo nei principi.
 
===Citazioni===
*Il punto della storia {{NDR|''Strano caso del dottor Jekyll e Mr Hyde''}} non è che un uomo «possa» separarsi con un taglio netto dalla sua coscienza, ma che non può. L'operazione chirurgica è fatale in questa storia. È un'amputazione nella quale entrambe le parti trovano la morte. Jekyll, persino quando sta morendo, dichiara quale sia la conclusione della faccenda: che il peso della lotta morale umana è una catena dalla quale non ci si può in nessun modo liberare. La ragione è che non ci potrà mai essere uguaglianza fra male e bene. Jekyll e Hyde non sono gemelli. Sono piuttosto, come dice giustamente uno dei due, come padre e figlio. Dopo tutto, Jekyll ha creato Hyde; Hyde non avrebbe mai creato Jekyll: poteva solo distruggerlo. (III)
*Ma non è un’esagerazioneun'esagerazione sostenere che quel libro {{NDR|''[[L'isola del tesoro]]''}} avesse più a che fare con il gioco, che con il tesoro. Stevenson non cercava veramente fuori di sé o lontano da sé un mondo di cose più grandi, ma perseguiva dentro di sé un mondo di piccole cose [...]. (IV)
*[...] egli possiede la capacità quasi eccezionale di usare le parole più esatte per esprimere il concetto che vuole esprimere. (VI)
*La docile e ampia presenza del principe Florizel di Boemia {{NDR|protagonista di due cicli di racconti ne ''Le nuove mille e una notte''}}, quel misterioso monarca poco avvezzo a governare, è trattata con una specie di vasta e vaga riserva diplomatica, simile all'incubo confuso di un vecchio cortigiano cosmopolita. Il principe stesso sembra aver palazzi in ogni Paese; tuttavia l'ironico lettore sospetta, con metà del suo cervello, che egli non sia niente di più di un tabaccaio presuntuoso, che Stevenson poteva aver incontrato in Rupert Street e aveva scelto per farne l'eroe di una barzelletta. Questa doppia impressione, come quella del vero sognatore, viene suggerita con abilità straordinaria senza che la leggerezza del racconto sia mai aggravata dal peso del dubbio. L'ironia che nasce dalla colossale condiscendenza di Florizel non crea soltanto un personaggio nuovo, ma anche un nuovo tipo di personaggio. Si trova a metà fra realtà e irrealtà: è una specie di solida impossibilità. (VII)
 
==''San Tommaso d'Aquino''==