Walt Whitman: differenze tra le versioni

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*''Poeti venturi! oratori, cantanti, musicisti venturi! | Non l'oggi può giustificarmi o spiegare ciò che io sono, | ma voi, novella stirpe originale, atletica, continentale, maggiore di quante si conoscano, | sorgete! spetta a voi giustificarmi. || Per conto mio scrivo appena una parola o due, che preludono al futuro, | non faccio che avanzare un istante, e volgermi, e rituffarmi nella tenebra. | Io sono colui che va in giro, né mai veramente s'arresta, che lascia cadere su di voi, per caso, uno sguardo e subito volge la faccia, | a voi commettendo il compito di provarlo e definirlo, | attendendosi le cose più importanti da voi.'' (''Poeti venturi'', pp. 19-20)
*''[[Straniero]], se passando m'incontri e vorresti parlarmi, perché non dovresti parlarmi? | E perché non dovrei io parlare a te?'' (''A te'', p. 20)
*''Tu, [[lettore]], che palpiti di vita, orgoglio, amore, al pari di me, | a te, dunque, i canti che seguono.'' (''Tu lettore'', p. 20)
 
===''Partito da Paumanok''===
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*Dall'età di sedici anni ho posseduto un grosso in-ottavo di un migliaio di pagine, stampate fitte (lo posseggo ancora), che conteneva tutte le poesie di [[Walter Scott]]. Per cinquant'anni esso mi è stato miniera inesauribile, tesoro di foraggio poetico (specialmente le sue foreste e interminabili giungle di note) e tale resta tuttora. (p. 715)
*Verso la fine, tra le altre tante cose, avevo anche dato una scorsa alle poesie di [[Edgar Allan Poe|Edgar Poe]], che non mi piacevano, per quanto riconoscessi sempre che, al di là del campo limitato dei loro ritmi (che costituiscono una specie di perpetuo carillon musicale, che va dal si bemolle al sol) erano delle espressioni melodiose e forse insorpassate di certe alcune fasi della morbosità umana. (p. 715)
*Io ritengo che il più prezioso servizio che le poesie, o qualsiasi altro scritto, possano rendere ai [[lettore|lettori]], non consiste solo nel soddisfare il loro intelletto, offrire qualcosa di raffinato o interessante, e neppure nel dipingere grandi passioni, uomini o avvenimenti, ma nel riempirli di una virilità vigorosa e pura, di un sentimento religioso, inculcar loro il ''coraggio'', come un bene fondamentale, un'abitudine. (p. 717)
*[...] i canti più intensi e dolci debbono ancora venire cantati. (p. 722)