Elio Germano: differenze tra le versioni

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*De Niro, Al Pacino? Se dovessi prendere uno dei grandi cui ispirarmi direi [[Tomas Milian]], per come è passato dal Monnezza a Antonioni e anche per le distanze che ha saputo prendere dal mondo delle copertine e dei giornali scandalistici. I più grandi sono quelli che non somigliano mai al loro personaggio precedente, come [[Daniel Day-Lewis]]. Citerei anche un altro grande di cui si parla pochissimo: [[Enrico Maria Salerno]].<ref>Citato in Laura Laurenzi, ''Macché De Niro o Pacino: il mio vero maestro è Milian-Monnezza'', ''Il Venerdì di Repubblica'', 10 agosto 2007.</ref>
 
*[...] l’Italial'Italia è malata di leaderismo: siamo alla costante ricerca di un eroe a cui credere ciecamente. Se qualcuno ci piace, appoggiamo ogni sua posizione in maniera acritica. Rinunciamo a pensare. Basta stare su un palco e qualsiasi cosa detta passa per vera.<ref name=Verdelli>Dall'intervista di Nina Verdelli, ''[https://www.vanityfair.it/show/cinema/2019/05/24/elio-germano-film-vita-privata-spettacolo Elio Germano, l'uomo del mistero: «La mia battaglia»]'', ''Vanity Fair.it'', 24 maggio 2019.</ref>
 
*Con lui {{NDR|[[Daniele Luchetti]]}} c’èc'è sempre questo mettersi in gioco, il voler trovare linguaggi nuovi, ribaltare luoghi comuni e giocare con gli stereotipi. I suoi personaggi non riescono a essere schiacciati in una direzione: credo che in una parola possiamo definirla umanità, che al cinema non fa mai comodo, perché alle sue strutture narrative sono necessarie le divisioni manichee tra buoni e cattivi. La complessità di ciò che siamo noi è una sfida difficilissima da rendere sul grande schermo e Daniele lo fa, riuscendo a consegnarci uomini ambigui, difficili da inquadrare, pieni di contraddizioni, che possono essere simpaticissimi o insopportabili. Anche contemporaneamente.<ref name=Sollazzo>Dall'intervista di Boris Sollazzo, ''[https://www.rollingstone.it/cinema/interviste-cinema/elio-germano-rivendico-la-mia-incoerenza/408055/#Part1 Elio Germano, l’intervistal'intervista: «Rivendico la mia incoerenza»]'', ''RollingStone.it'', 11 aprile 2018.</ref>
 
*Io di [[Marco Giallini]] sono amico e un fan sfegatato da spettatore. Ci conosciamo da 3,87, il corto d’esordiod'esordio di [[Valerio Mastandrea]], era una vita fa. Conoscendoci abbiamo subito eliminato ogni convenevole, sapevo che ci saremmo trovati bene e quindi c’èc'è stato solo il piacere di lavorare insieme, dell’andaredell'andare sempre oltre a ogni ciak, di farci sorprendere l’unol'uno dall'altro, anche grazie alla totale libertà di spazi, tempi, contenuti che ti lascia un regista come Daniele Luchetti. A volte dovevo impormi di non ascoltarlo, altrimenti finivo per ridere o avere reazioni che avrebbero rovinato la scena.<ref name=Sollazzo />
 
*La politica mi interessa, ma non basta mettere una croce vicino a una faccina. La vera politica si fa prendendo posizione: sul proprio posto di lavoro, nella propria città, interessandosi al bene comune.<ref name=Verdelli />
 
*Sono sempre stato incapace di essere coerente in questo lavoro, ho sempre sentito l’esigenzal'esigenza di cambiare visione, pelle, compagni di lavoro.<ref name=Sollazzo />
 
==Note==