Strage dell'Heysel: differenze tra le versioni

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*L'Heysel stava arrivando, com'è inevitabile che arrivi il Natale. Ciò che sorprese è che la causa di tutte quelle morti fu qualcosa di tanto innocuo quanto una carica, esercizio che almeno la metà dei giovani tifosi inglesi praticava, e che non aveva altro scopo se non quello di spaventare i tifosi avversari e di divertire chi correva. I tifosi della Juventus, molti dei quali erano uomini della media borghesia, non sapevano di quest'abitudine, e d'altronde perché mai avrebbero dovuto? Non conoscevano il complicato comportamento del pubblico inglese, che noialtri avevamo assorbito senza accorgercene. Quando videro una schiera di hooligan inglesi urlanti cominciare a correre verso di loro, si fecero prendere dal panico e si precipitarono verso l'estremità del loro settore. Crollò un muro, e nel caos che seguì la gente morì schiacciata. Fu un modo orribile di morire, e noi probabilmente, davanti alla TV, assistemmo a quelle morti: ricordiamo tutti quell'uomo robusto con la barba, assomigliante a [[Luciano Pavarotti|Pavarotti]], che con una mano cercava disperatamente un aiuto che nessuno riusciva a dargli. Alcuni dei tifosi del Liverpool arrestati più tardi devono essersi sentiti sinceramente sconcertati. In un certo senso, il loro reato era solo quello di essere inglesi: le abitudini della loro cultura, tolte dal loro contesto ed esportate in un luogo in cui non venivano capite, uccidevano le persone. ([[Nick Hornby]])
*La pagina dell'Heysel è una delle pagine più buie del calcio e purtroppo della Juve, che ha visto morire 39 suoi tifosi quella folle sera a Bruxelles. Purtroppo da allora qualcosa è stato fatto, qualcuno ha pagato, ma in Italia succedono ancora episodi di violenza inaudita per una partita e spesso ci scappa ancora il morto. L'Heysel deve insegnare tanto, che quelle vittime non sono morte inutilmente, ma per dare un esempio a tutti che una cosa del genere non deve accadere più. ([[Massimiliano Allegri]])
*{{NDR|Sulla [[strage dell'Heysel]] nel 1985}} [...] mi ha mandato nell'ufficio dove stavavano discutendo l'UEFA con l'autorità locali, e il presidente nostro, il presidente del [[Liverpool Football Club|Liverpool]], per prendere una decisione in un momento così dramatico perché continuavano ad arrivare notizie di morti in aumento, per ciò la decisione da prendere in quel momento era piuttosto, direi, sofferta e mi ricordo che il presidente [Giampiero Boniperti] ha deciso di non giocare [...] e [[Giampiero Boniperti|Boniperti]] ha detto che per rispetto ai morti non voleva giocare, e mi ricordo che il borgomastro della città, il sindaco [...] ha detto che se non giocavamo la responsabilità di tutto quello che succedeva era della [[Juventus Football Club|Juventus]], era del presidente della Juventus. Allora, Boniperti ha detto: «Noi stiamo a quello che dite voi, a quello che decide l'UEFA e l'autorità militari. Se decidete che dobbiamo giocare, noi andiamo in campo». È stato deciso in questa maniera, hanno detto che la partita era valita sotto tutti i punti di vista e sono andati in campo. Allora, io sono corso di nuovo nello spogliatoio dove erano distrutti i giocatori e diciamo che bisognava cominciare ad allenarsi di nuovo e riprendere appunto l'allenamento perché la partita veniva giocata e mi riccordo che ho subito uno stress e una preocupazzione che non m'era successa in vita mia. ([[Francesco Morini]])
*Nella strage dell'Heysel l'uomo "bestiale" ha aggredito l'uomo "innocente". Caino ha scelto la violenza, e ha ucciso Abele. ([[Carlo Nesti]])
*Noi della Juventus sapevamo che all'Heysel c'erano stati dei morti laggiù nel settore Z. A dircelo erano stati i tanti, tantissimi tifosi che erano giunti nello spogliatoio per farsi medicare subito dopo l'aggressione degli hooligans inglesi. Una scena che non dimenticherò mai e che, come ha detto il mio compagno [[Michel Platini|Platini]], ha cambiato il nostro modo di vedere il calcio. C'era gente insanguinata ovunque, sul volto, lungo il corpo. Molti avevano perso le scarpe, altre i giubbotti. Fummo noi giocatori a dar loro i vestiti, i k-way e le scarpe per proteggerli dal freddo. Non so se i brividi di quei tifosi dipendessero dalla paura o dalla temperatura. I loro sguardi disperati non li ho più cancellati. È difficile spiegare esattamente lo stato d'animo in quegli attimi. Mi ricordo i tifosi terrorizzati: "Assassini, assassini: ci stanno uccidendo tutti" gridavano spaventati. Mi ricordo il nostro medico La Neve, che correva da un tifoso all'altro per le prime cure. Molti di loro piangevano, altri urlavano e singhiozzavano. Noi giocatori decidemmo che quella gara non si doveva giocare. Andammo perciò sotto la doccia ed eravamo ormai tutti vestiti quando un ufficiale delle forze armate entrò nello spogliatoio chiedendoci di giocare per motivi di sicurezza. Nessuno aveva voglia di scendere in campo. [[Giovanni Trapattoni|Trapattoni]] non ci disse nulla, non ci spiegò nessuno schema come solitamente accadeva. Basta: dovevamo giocare per evitare un'ulteriore disgrazia, ma del fatto tecnico non ci interessava nulla. ([[Stefano Tacconi]])