Marcello Marchesi: differenze tra le versioni

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===Citazioni===
*Ho anche un terrazzino a livello rondini. Al tramonto se ne vanno e arrivano i pipistrelli. L'ultima [[rondine]] e il primo [[pipistrello]] procedono al cambio della guardia con un certo nervosismo, evitano l'incidente diplomatico, fingono di non conoscersi, ma rischiano più volte di scontrarsi fra loro. (cap. I; pp. 19-20-21)
*Mi piace come parla questa donna. Un linguaggio "sboccato" e pudìco. Un turpiloquio temperato dall'eufemismo, molto simile a quello delle zie, pieno di echi e frange fluttuanti. (cap. I; p. 22)
*Sotto le sue mani mi torna la memoria. Ne ho avuta sempre poca, anche perché non ho mai amato i [[ricordo|ricordi]]. Uno specchio che va in frantumi. I ricordi sono le schegge. È inutile cercare di rimetterle insieme, per vederci qualcosa che non c'è più. Meglio gettarle via prima che ti feriscano. Guardavo sempre avanti. Chi si volta non è contento di dove sta. La pensavo così. (cap. I; p. 23)
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*Fino a poco tempo fa mi riposavo con il rimorso. Mi sembrava di perder tempo, di lasciarmi sfuggire le ore come monete d'oro da una tasca bucata. Dev'essere [[Roma]] che fa quest'effetto. Qui il tempo non ha importanza, non c'è un orologio che segni un'ora giusta. Anch'io, ora, posso perdere tempo. (cap. XVII; p. 117)
*Anche le zie usavano chiamare [[suffragette]] le donne che la buttavano in politica. Io pensavo che "suffragetta" fosse una donna con la frangetta, come [[Lilì Pons]] in ''Varieté''. (cap. XVII; p. 119)
*La strada per arrivare a [[casa]] non finisce mai. (cap. XVII; p. 119)
*Gabriella ride, ma non come riderebbe se queste cose le sentisse per la prima volta. Ride a sentirne riparlare. (cap. XVIII; p. 121)