Arthur Schopenhauer: differenze tra le versioni

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*Chi è [[amicizia|amico]] di tutti non è amico di nessuno.<ref name="multi">Citato in [[Guido Almansi]], ''Il filosofo portatile'', TEA, Milano, 1991.</ref>
*È certo che un uomo può fare ciò che vuole, ma non può volere che ciò che vuole.<ref>Citato in [[Albert Einstein]], ''Come io vedo il mondo''.</ref>
*{{NDR|Sul [[Epitteto#Manuale|''Manuale'' di Epitteto]]}} [...] è conciso e acuto, scritto con il tono di un amico benevolo che dà consigli [...].<ref>Arthur Schopenhauer, ''Frammenti sulla storia della filosofia'', in ''Parerga e paralipomena'', vol I, Adelphi, 1998, p. 88. ISBN 88-459-1422-4</ref>
*Il bramanesimo e il buddismo, fedeli alla verità, riconoscono decisamente la palese parentela dell'uomo, come in generale con l'intera natura, così anzitutto con la natura animale e, mediante la metempsicosi e in altri modi, rappresentano l'essere umano come collegato strettamente con il mondo degli [[animale|animali]].<ref>Citato in Ditadi 1994, p. 196.</ref>
*In [[India]], le nostre religioni non attecchiranno mai; l'antica saggezza della razza umana non sarà oscurata dagli eventi in Galilea. Al contrario, la saggezza indiana fluirà indietro verso l'Europa, e produrrà cambiamenti fondamentali nel nostro pensiero e nelle nostre conoscenze.<ref>''In India, our religions will never at any time take root; the ancient wisdom of the human race will not be supplanted by the events in Galilee. On the contrary, Indian wisdom flows back to Europe, and will produce a fundamental change in our knowledge and thought.'' (da ''The World as Will and Representation'', volume I, & 63 pp. 356-357; citato in ''[http://www.hinduwisdom.info/quotes1_20.htm#Q2 A Tribute to Hinduism]'')</ref>
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*[[Dio]] è nella moderna filosofia ciò che furono gli ultimi re franchi sotto i majores domus, un vuoto nome che si conserva per fare più tranquillamente all'ombra di esso il proprio comodo.
*Dio è per i prìncipi lo spauracchio con cui essi mandano a letto i bambini grandi quando non c'è più altro che serva; quindi essi l'hanno in gran conto. [...] Di più, dopo che cadde in disuso l'ultima ratio theologorum, quel mezzo di governo perdette molto della sua efficacia. Imperocché tu ben sai che le religioni sono come le [[lucciola|lucciole]]: per risplendere esse hanno bisogno dell'oscurità. Un certo grado di ignoranza generale è la condizione di tutte le religioni, è il solo elemento nel quale esse possono vivere.
*{{NDR|Sul [[Epitteto#Manuale|''Manuale'' di Epitteto]]}} [...] è conciso e acuto, scritto con il tono di un amico benevolo che dà consigli [...].<ref>Arthur Schopenhauer, ''Frammenti sulla storia della filosofia'', in ''Parerga e paralipomena'', vol I, Adelphi, 1998, p. 88. ISBN 88-459-1422-4</ref>
*È fuori di dubbio che le dottrine della fede – basate sull'autorità, sul miracolo e sulla rivelazione – sono un ripiego unicamente adatto all'infanzia dell'umanità.
*Evidentemente è giunta l'ora [...] di riconoscere, risparmiare e rispettare in quanto tale ''l'eterna essenza, che, come in noi, vive anche in tutti gli [[animali|animali]]''. Sappiatelo! Ricordatelo! [...] Bisogna essere ciechi [...] per non riconoscere che ''l'animale'', nelle cose essenziali e principali, è assolutamente la stessa cosa che siamo noi, e che la differenza sta soltanto nelle cose accidentali, nell'intelletto, ma non nella sostanza, che è la volontà. Il mondo non è un'opera raffazzonata, né gli animali sono prodotti di fabbrica per nostro uso e consumo.<ref>Citato in Ditadi 1994, p. 794.</ref>