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*Si favoleggia che questo fiume sia l'[[Alfeo]] il quale, cominciando nel Peloponneso, e guidando la sua corrente sotterra a traverso del mare fino al luogo dov'è la fontana [[Aretusa]] {{NDR|a [[Siracusa]]}}, quivi sbocchi di nuovo e vada al mare. E ne fan congettura da questo, che una fiala caduta dentro quel fiume in [[Olimpia]] fu trovata a [[Ortigia]] nell'Aretusa; e dall'osservarsi che questa s'intorbida quando in Olimpia si fa il sagrificio de' buoi. (VI, 3; 1833, p. 128)
*{{NDR|Descrivendo la [[Puglia]]}} Poiché abbiamo discorsa l'antica Italia fino a Metaponto, ci convien ora parlar del rimanente; e prima di tutto seguita la Japigia. Gli Elleni la chiamano anche Messapia; e gli abitanti in parte si chiamano Salentini (e son quelli intorno al promontorio Japigio), in parte Calabri. Al di sopra di costoro verso il settentrione stanno i Peucezii, poi quelli che nel greco linguaggio sono denominati Daunii: ma i nativi di quella regione chiamano Apulia tutto il paese al di là dei Calabri. Alcuni poi de' popoli onde son abitati que' luoghi si dicono anche Pedicli, principalmente i Peudicizii. (VI, 5; 1833, p. 142)
*{{NDR|Sulla [[Statua di Zeus a Olimpia]]}} Ma il più notabile di tutti era una statua pur di Giove d'avorio, opera di Fidia figliuol di Carmide ateniese, di tanta grandezza, che sebbene il tempio sia altissimo, nondimeno pare ch'ecceda la giusta proporzione: perocchèperocché l'artista lo fece seduto; e tuttavolta per poco non tocca colla testa il tetto: sicchèsicché poi si vede che qualora esso dovesse levarsi in piedi scoperchierebbe il tempio. Ed alcuni descrissero la misura di quella statua, e fra gli altri Callimaco in versi giambici. Molto cooperò a Fidia in quel lavoro il pittore Paneno suo nipote, a cui insieme con Fidia venne allogato, ed attese ad abbellire la statua coll'ornamento dei colori, e principalmente nella parte della drapperia. (VIII, 3; 1833, pp. 296-297)
*Anzi per la bontà del terreno quegli Elleni che la staccarono {{NDR|la Battriana}} (dalla dominazione dei Seleucidi) vi crebbero in tanta potenza, che giunsero ad impadronirsi dell'Ariana e degl'Indi, secondoché dice [[Apollodoro di Artemita|Apollodoro artemitteno]]: e nel numero delle nazioni soggiogate superarono Alessandro; [...]. Le città da loro possedute furono Battra, denominata anche Zariaspa, la quale è attraversata da un fiume dello stesso suo nome che va a sboccare nell'Oxo; poi Daraspa ed altre parecchie, fra le quali contavasi Eucratidia, che ricevette il suo nome dal proprio fondatore. [...] Tennero anche la Sogdiana situata verso l'oriente al di là della Battriana, tra il fiume Oxo (che serve di confine tra i Battriani e i Sogdiani) e l'Iassarte, il quale disgiunge i Sogdiani dai Nomadi. (XI, 11; 1834, pp. 63-64)
*Perciocché [[Tolomeo I|Tolomeo]], figlio di Lago, successe ad [[Alessandro Magno|Alessandro]]; a costui successe [[Tolomeo II|Tolomeo Filadelfo]]; a questi l'[[Tolomeo III|Evergete]], poi [[Tolomeo IV|Tolomeo Filopatore]] amante di Agatoclea; quindi l'[[Tolomeo V|Epifane]]; poi il [[Tolomeo VI|Filometore]]: sempre di padre in figliuolo. A Tolomeo Filometore successe poi il fratello [[Tolomeo VIII|Evergete]], il soprannominato anche Fiscone. Dopo costui regnò [[Tolomeo IX|Tolomeo detto Laturo]]; poi alla nostra età l'[[Tolomeo XII|Aulete]], che fu padre di [[Cleopatra]]. Tutti quelli che vennero dopo il terzo Tolomeo, corrotti dal lusso eccessivo, ressero malamente lo Stato, ma peggio di tutti il quarto, il settimo e l'ultimo detto Aulete; il quale, per giunta, per gli altri mali esercitava a suonare il flauto, e tanto insuperbì di quell'arte, che non si vergognò di celebrarne dei certami nella sua reggia, suonando a gara egli stesso con alcuni antagonisti. (XVII, 1; 1835, p. 227)