Sandro Veronesi: differenze tra le versioni

Contenuto cancellato Contenuto aggiunto
Nessun oggetto della modifica
→‎Caos calmo: Ristabilito ordine alfabetico
Etichette: Annullato Modifica da mobile Modifica da web per mobile
Riga 33:
 
==''Caos calmo''==
*Bravo, dammi la mano e gira i tacchi, che è meglio. Tornatene in ufficio – fatti questi sei chilometri a fette. E licenziami pure, se vuoi. Mi hai appena detto che sono un genio: licenziami, bravo. Pieno così, di geni, nel tuo mega-gruppo del cazzo. [...] Ecco, è andato. E se mai doveva andarsene anche quanto di marcio c'è dentro di me – perché c'è, c'è sempre stato, e io l'ho sempre saputo: non sono mai stato l'uomo buono, forte ed eroico che ho sempre sognato di diventare da bambino. Dicevo, se mai doveva andarsene quanto di marcio c'è in me, allora se n'è andato insieme a lui, adesso, un momento fa. Non ho sfruttato la mia occasione, non cavalcherò con gli uomini potenti, ma oggi mi sono costruito qualcosa di fenomenale. Un ricordo talmente grande che non potrò parlarne con nessuno. Poi, un giorno, se mi renderò conto di essere davvero diventato quell'uomo buono e retto che sognavo di diventare da bambino... lo dimenticherò.
*Devo sforzarmi di essere leggero come lei. Devo sintonizzarmi sulla frequenza purissima del suo fiatone, della sua spossatezza senza passato né futuro. Devo sforzarmi di stare anch'io dentro la bolla. Neve. Ormoni. [[Emozione]]. [[Silenzio]]. Ma il silenzio, non so perché, non riesco a sopportarlo. Devo parlare...
*...e comunque quella canzone dice bene, siamo solo incidenti in attesa di capitare...
*Il [[caos]]. Però un caos gioioso, privo di drammaticità, perché i bambini, anche se non sono ancora usciti, hanno già cominciato a spargere qua fuori la sostanza che permette loro di sopravvivere agli adulti, quella specie di antistaminico naturale che rilassa un po' i genitori e li fa regredire, e li rende non solo compatibili ma talvolta addirittura complici del caos del quale loro, i bambini, si sentono parte: il caos delle loro camerette prima dell'ordine di rimettere a posto, il caos degli zaini al ritorno da scuola, degli astucci, dei cassetti, dei quaderni; il caos semplice e fondamentalmente calmo nel quale crescebbero tutto il [[tempo]], se gli fosse permesso, senza comprendere fino in fondo la maggior parte delle cose che accadono ma, proprio per questo, con la capacità di viverle molto intensamente.
*I topi non avevano nipoti. {{NDR|[[Palindromi dai libri|palindromo]]}}
*Il [[caos]]. Però un caos gioioso, privo di drammaticità, perché i bambini, anche se non sono ancora usciti, hanno già cominciato a spargere qua fuori la sostanza che permette loro di sopravvivere agli adulti, quella specie di antistaminico naturale che rilassa un po' i genitori e li fa regredire, e li rende non solo compatibili ma talvolta addirittura complici del caos del quale loro, i bambini, si sentono parte: il caos delle loro camerette prima dell'ordine di rimettere a posto, il caos degli zaini al ritorno da scuola, degli astucci, dei cassetti, dei quaderni; il caos semplice e fondamentalmente calmo nel quale crescebbero tutto il [[tempo]], se gli fosse permesso, senza comprendere fino in fondo la maggior parte delle cose che accadono ma, proprio per questo, con la capacità di viverle molto intensamente.
*La gente pensa a noi infinitamente meno di quanto crediamo. Non ci pensa quasi mai, questa è la verità.
*Noi trasferiamo sui figli le nostre emozioni. Fino ad una certa età quello che loro provano riguardo a qualsiasi cosa non è che la riproduzione o una loro elaborazione di ciò che proviamo noi [[genitore|genitori]]. Non di ciò che ci sforziamo di manifestare, attenzione: di ciò che proviamo veramente.
Line 43 ⟶ 44:
*Ormai è il mondo, stellina, a non essere normale. Polimeri, ormoni, telefonini, benzodiazepine, debiti, carrelli del supermercato, ordinazioni al ristorante, negozi di occhiali, A è innamorato di B ma B non è innamorato di A, i soldi finiscono sempre rubati, ogni morte ha un colpevole. Ecco cos'è il mondo. Non è più normale.
*Un bimbo che cerca di sollevare un masso davanti alla [[madre]]; ci prova e ci riprova, accanitamente, con tutte le sue forze ma non ci riesce; allora dice alla madre: "Non ce la faccio mamma" e la madre gli dice: "Usa tutte le forze che hai a disposizione, e vedrai che ci riuscirai". Il bambino le dice che l'ha già fatto, ce le ha già messe tutte, le sue forze, e la madre gli risponde: "No tesoro, non le hai ancora usate tutte. Non mi hai ancora chiesto di aiutarti".
 
*Bravo, dammi la mano e gira i tacchi, che è meglio. Tornatene in ufficio – fatti questi sei chilometri a fette. E licenziami pure, se vuoi. Mi hai appena detto che sono un genio: licenziami, bravo. Pieno così, di geni, nel tuo mega-gruppo del cazzo. [...] Ecco, è andato. E se mai doveva andarsene anche quanto di marcio c'è dentro di me – perché c'è, c'è sempre stato, e io l'ho sempre saputo: non sono mai stato l'uomo buono, forte ed eroico che ho sempre sognato di diventare da bambino. Dicevo, se mai doveva andarsene quanto di marcio c'è in me, allora se n'è andato insieme a lui, adesso, un momento fa. Non ho sfruttato la mia occasione, non cavalcherò con gli uomini potenti, ma oggi mi sono costruito qualcosa di fenomenale. Un ricordo talmente grande che non potrò parlarne con nessuno. Poi, un giorno, se mi renderò conto di essere davvero diventato quell'uomo buono e retto che sognavo di diventare da bambino... lo dimenticherò.
 
===[[Explicit]]===