Sissel Vogelmann

vittima della Shoah

Sissel Vogelmann (1935 – 1944), vittima dell'Olocausto.

Citazioni su Sissel Vogelmann

modifica
  • Avevo il desiderio di raccontare la storia di Sissel, di farle un omaggio. Mi è sembrato assurdo che una vita potesse finire così in fretta senza neanche svilupparsi, senza esprimere tutte le potenzialità che aveva. Il momento in cui le è stata data la morte è, appunto, un momento, ma è come se l’avessero uccisa una volta per ognuno dei giorni che avrebbe potuto vivere. Ogni giorno le è stato negato. Sissel era del '35, mia madre è del '33 e io l'ho vicina da una vita, c'era evidentemente prima di me e ha ancora un percorso davanti. Per Sissel, invece, parliamo di un filo che è stato reciso nel lontano '44.
  • Ci sono anche alcune sue letterine molto belle, come una che per esempio aveva mandato alla nonna per ringraziarla di un berretto che le teneva caldo d'inverno. Era una bambina sempre sorridente, allegra, buona.
  • L'immedesimazione mia, invece, è con il padre di Sissel: penso a come mi sarei sentito se mi fossi trovato su quel treno, e poi all'arrivo, in una condizione di impotenza assoluta, senza poter fare proprio nulla per aiutarla, fino al momento straziante in cui l'ha dovuta lasciare. Immagino che l'abbia affidata alla moglie. Penso a un padre, una madre e una bambina che arrivano ad Auschwitz dopo un viaggio durante il quale non c’era da mangiare né da bere, non c'era aria, non c’era luce. M'immagino questa bambina sicuramente triste, che piangeva e chiedeva mille cose, e il padre e la madre non potevano dargliele. La mia identificazione è anche questa: penso a tutti i genitori che sono arrivati lì con i loro bambini senza poter fare nulla per proteggerli e salvarli, che se li sono visti strappare dalle mani e in quel momento sono stati uccisi anche loro. Il padre di Sissel è tornato, ma l'hanno ucciso mille volte nel momento in cui gli hanno strappato la moglie e la figlia senza che lui potesse fare nulla per evitarlo.

Altri progetti

modifica