Siamo uomini o caporali
film del 1955 diretto da Camillo Mastrocinque
Siamo uomini o caporali
Titolo originale |
Siamo uomini o caporali |
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Lingua originale | italiano |
Paese | Italia |
Anno | 1955 |
Genere | commedia, drammatico |
Regia | Camillo Mastrocinque |
Soggetto | Antonio de Curtis |
Sceneggiatura | Antonio de Curtis, Camillo Mastrocinque, Vittorio Metz, Mario Mangini, Francesco Nelli |
Produttore | Alfredo De Laurentiis |
Interpreti e personaggi | |
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Siamo uomini o caporali, film italiano del 1955 con Totò, regia di Camillo Mastrocinque.
Frasi
modifica- Mi piacciono i romanzi d'appendicite. (Totò Esposito)
- Voi non sapete chi sono io! I miei successi sono proverbiali, alla Scala di Milano, all' Ippopodromo di Londra... (Totò Esposito)
- Siamo uomini o caporali? (Totò Esposito)
- Tutti possiamo sbagliare. Perbacco! (Totò Esposito)
- Abbasso i caporali! (Totò Esposito)
- Dottore, con questa infermiera, io mi sento pazzo. (Totò Esposito)
- Da sempre il caporale mi perseguita. (Totò Esposito)
- Ha la faccia del caporale. (Totò Esposito)
- Il vino bianco va servito assiderato. (Totò Esposito)
- L'umanità io l'ho divisa in due categorie di persone: uomini e caporali.
La categoria degli uomini è la maggioranza, quella dei caporali per fortuna è la minoranza.
Gli uomini sono quegli esseri costretti a lavorare tutta la vita come bestie, senza vedere mai un raggio di sole, senza la minima soddisfazione, sempre nell'ombra grigia di un'esistenza grama.
I caporali sono appunto coloro che sfruttano, che tiranneggiano, che maltrattano, che umiliano. Questi esseri invasati dalla loro bramosia di guadagno li troviamo sempre a galla, sempre al posto di comando, spesso senza avere l'autorità, l'abilità o l'intelligenza, ma con la sola bravura delle loro facce toste, della loro prepotenza, pronti a vessare il povero uomo qualunque.
Dunque, dottore, ha capito? Caporali si nasce, non si diventa: a qualunque ceto essi appartengano, di qualunque nazione essi siano, ci faccia caso: hanno tutti la stessa faccia, le stesse espressioni, gli stessi modi, pensano tutti alla stessa maniera.[1] (Totò Esposito) - Proprio, qui, sul malleolo del cervello... passa... passa... un altro colpo di questi e mi viene la meningite... le meninge. Mah! Pensiamo alla salute! Stavo meglio prima. (Totò Esposito)
- Qui ci abbiamo l'office, cioè l'anticucina. (Totò Esposito)
- Più conosco gli uomini e più amo le bestie, amico mio.[1] (Totò Esposito al postino)
- Una mano lava l'altra e tutte e due si lavano la faccia. Poi se non ci aiuta tra di noi, chi di deve aiutare. .. Ho dimenticato il libretto degli assegni a casa. Un'altra volta eh! Buona Pasqua! E buon Feragosto! (Totò Esposito)
- Si stava meglio quando si stava peggio. (l'artista nella sala d'attesa del comandante Black)
- Zitto tu! (comandante Black)
- Io sono testimone oculare. .. Veramente, io non ho oculato niente, ma loro dicono così. (Totò Esposito)
- Questa ragazza nel cinema sfonda! [Riferendosi a Sylva Koscina]
- Un giornalista muto? Che strano però. (Totò Esposito)
- Paese che vai, americani che trovi. (Totò Esposito)
Dialoghi
modifica- Direttore di Ieri Oggi Domani: E' saggio?
Totò Esposito: No, io sono napoletano.
- Cameriere: Apro?
Totò Esposito: No, no, lasciamola assiderare un tantinello.
Cameriere: Come?
Totò Esposito: Si, facciamola raffreddare.
Note
modifica- ↑ a b Citato in Enrico Giacovelli, Poi dice che uno si butta a sinistra!, Gremese Editore, 1994, p. 215. ISBN 8876058389
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