Scrivano
Citazioni sullo scrivano.
- Il povero scrivano è magro come il suo tavolino, spesso inforca occhiali, ed ha il collo infasciato con una larga cravatta di lana che tende, evidentemente, all'anarchia, i suoi abiti, rattoppati, armonizzano con la veste del tavolino e sono una riconferma che le lettere non dànno pane a discrezione. Lo scrivano, seduto innanzi al suo tavolino, col chiasso della via San Carlo da una parte, e il via vai del teatro da un'altra, d'inverno e di estate, gelato dalla tramontana o bruciato dalla canicola, aspetta imperterrito i suoi avventori, instancabile estensore di una letteratura condannata a non lasciare alcun vestigio di sè, tranne la scarsa soddisfazione dello stomaco di chi la scrive. Povero autore letterato, che è trascinato dalla posizione delle cose ad odiare a morte il maestro elementare, che, magro ed affamato come lui, gli assottiglia, ogni giorno, le schiere dei suoi clienti.
- Oh di quanti reati contro la grammatica e il buon senso quel suo calamaio e quelle sue penne sono stati inconsci complici, avendo rivali in questo, coll'aggravante del dolo, certe penne velenose, che struggendosi nella rabbia dell'impotenza di fare, si affannano a togliere quella fama che esse non hanno.
Eppure questi poveri scrivani, che mettono insieme una lettera per cinque soldi, quanto sono più utili di quegli altri scrivani! Se essi commettono molti errori di sintassi o di lingua, fanno spesso sapere ad una bella fanciulla lontana che il suo innamorato, che fa il soldato, le vuole ancora bene; o annunziano ad una povera vecchia che il figliuolo sta sano e le manda una piccola somma, messa su a furia di privazioni; o fanno sapere ad un giovinetto, che lavora in estranei paesi, che la mamma pensa sempre a lui e che troverà al suo ritorno la sua casetta rifatta. Oh quanti dolori trovano sfogo per quella povera penna dello scrivano! e quanti segreti le sono confidati, segreti che non sono traditi, perchè molti e di gente molta e sconosciuta! - Talvolta, passando di là e vedendo che una servetta china il capo in segno di assentimento allo scrivano che legge, ecco, dite tra voi, due persone contente; ma quando vi accorgete che un soldato o un pescivendolo fa segno che non s'è scritto ciò che egli ha detto, non sorridete, compiangendo quel povero letterato, che si curva di nuovo per rendere meglio il pensiero del suo cliente, perché anche a noi che scriviamo per le stampe, direbbe il Manzoni, più d'una volta accade di esprimerci male; e si tratta di pensieri nostri! Il povero scrivano può proprio invocare il traduttore traditore.