Scene da un matrimonio

miniserie televisiva svedese

Scene da un matrimonio

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Titolo originale

Scener ur ett äktenskap

Lingua originale svedese
Paese Svezia
Anno 1973
Genere drammatico
Regia Ingmar Bergman
Soggetto Ingmar Bergman
Sceneggiatura Ingmar Bergman
Produttore Lars-Owe Carlberg
Interpreti e personaggi
Doppiatori italiani

Scene da un matrimonio, film del 1973 con Liv Ullmann, regia di Ingmar Bergman.

Frasi modifica

  • Persino non avere problemi può diventare un grosso problema. Noi siamo perfettamente consapevoli che una vita come la nostra ha i suoi lati pericolosi. (Marianne)
  • Il mondo va a scatafascio e io rivendico i miei diritti di vivere. Il diritto di pensare a me, di infischiarmene degli altri. Invece non faccio altro che sentire sermoni sulla salvezza universale. (Johan)
  • Io penso che se tutti noi, fin dall'infanzia, imparassimo a curarci un po' più del prossimo, il prossimo si curerebbe di noi e il mondo cambierebbe parecchio. (Marianne)
  • Tanto meno fantasia si ha, meglio si riesce a darla a bere. (Peter)
  • Il grande August Strindberg lasciò scritto: "Mi sono chiesto spesso se non c'è niente di peggio di un marito e di una moglie che si detestino". (Peter)
  • Innanzitutto c'è una cosa, Peter. Un'insopportabile, istintiva ripugnanza al tuo contatto. Una repulsione fisica. Preferirei procurarmi un qualsiasi coso finto, pur di tenerti lontano dai miei organi genitali. (Katarina)
  • Di solito non ci comportiamo così. Ma voi siete i nostri migliori amici. I soli che abbiamo. Scusatemi. Scusateci. (Peter)
  • Noi parliamo di tutto e ci comprendiamo all'istante perché parliamo la stessa lingua, per questo stiamo bene insieme. (Marianne)
  • A volte sembra che marito e moglie parlino per telefono sull'interurbana con apparecchi guasti. O a volte addirittura di ascoltare due programmati come registratori. Quando poi non capita il cosmico silenzio degli spazi tra un pianeta e l'altro. Non so quale sia la cosa più tragica. (Marianne)
  • Preferisco la solitudine che un matrimonio senza amore. (signora Jacobi)
  • Ogni tanto lui mi chiede che cos'è che è mancato nel nostro matrimonio da doverlo distruggere. Io ho cercato di spiegargli che la vita è impossibile in un'unione senza amore come la nostra. E lui mi ha chiesto: "Che cos'è mai questo amore?" Io gli ho risposto che non lo so neanch'io. Che non si può descrivere quello che non c'è perché non si è mai trovato. (signora Jacobi)
  • Mi sono fatta un'immagine di me che non corrisponde alla realtà in cui vivo. (signora Jacobi)
  • Non ho mai pensato "cosa voglio", ma solo cos'è che vuole lui che io voglia. Ma quello non era essere altruisti come io credevo prima, era soltanto vigliaccheria. E quello che è peggio, un'assoluta ignoranza di me stessa. (Marianne)
  • Ho notato che si può dire qualsiasi cosa su qualsiasi persona senza rischiare di sbagliare. (Johan)
  • L'ignoranza su noi stessi e sugli altri è tragicamente totale. (Johan)
  • Quest'estate compirò 45 anni. È probabile che possa viverne altri trenta. Obiettivamente sono finito, cadavere. Impiegherò questi ultimi anni ad andare in giro ad avvelenare l'esistenza mia e degli altri, solo perché respiro. (Johan)
  • Io sarei un'unità costosa e insieme improduttiva da eliminarsi perché lasci il passo a chi di dovere e ai giovani. Perché fa comodo a loro. Questi che dovrebbero essere i miei anni migliori. Quando potresti essere veramente utile se non altro per l'esperienza che hai fatto. E invece niente da fare. Buttalo via! Fuori, fuori che è merda! (Johan)
  • Non c'è niente di più vivo che affrontare le avversità, senza pretendere comprensione da nessuno! (Marianne)
  • Io resisto, vedi? Io mi trovo bene. Ho fiducia del mio buonsenso e nella mia sensibilità. Le due cose si integrano. E mi soddisfano. Poi con l'età è arrivato un terzo collaboratore: la mia esperienza. (Marianne)
  • Io credo che al fondo di tutto c'è il rimpianto di non avere amato nessuno. E la convinzione che nessuno abbia amato me. Ed è proprio questo che mi rattrista di più. (Marianne)

Dialoghi modifica

  • Peter: Però... com'è tutto maledettamente commovente, in fondo.
    Johan: Commovente cosa?
    Peter: La vostra unione. Johan e Marianne. Marianne e Johan. Commovente fino alle lacrime. A dirvi la verità, viene la voglia di bucarlo questo vostro pallone ben gonfiato.
  • Marianne: Johan, tu credi davvero che due persone possano vivere insieme tutta la vita?
    Johan: È una convenzione balorda che abbiamo ereditato da non so da chi. Ci vorrebbe un contratto quinquennale o meglio rinnovabile di anno in anno.
  • Marianne: Ma non c'hai mai pensato che ogni giorno, ogni ora, ogni minuto della nostra vita è prenotato. Non c'è un momento che ci appartenga. Che sia nostro.
    Johan: Ci sono le vacanze.
    Marianne: Cerca di afferrare quello che voglio dire. Le nostre vacanze sono più programmate di tutto il resto.
  • Marianne: Credi che viviamo in una totale confusione?
    Johan: Tu e io?
    Marianne: No, tutti.
    Johan: Che intendi per confusione?
    Marianne: Paura, incertezza, ignoranza. Confusione, insomma. Credi che dentro di noi si abbia paura di sprofondare perché non sappiamo che cosa fare e dove aggrapparci?
    Johan: Sì, lo credo.
    Marianne: Tu credi che sia troppo tardi, ormai?
    Johan: Sì. Ma queste cose si pensano, non si dicono.

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