Safi Faye
regista, attrice ed etnologa senegalese (1943-2023)
Safi Faye (1943 – 2023), regista, attrice ed etnologa senegalese.
(FR) Citato in Amadou Bal Ba, blogs.mediapart.fr, 11 marzo 2023.
- Facevo film perché mia madre, che non aveva frequentato la scuola, potesse leggere le mie immagini. Penso che il cinema sia educativo. È uno strumento di lettura. Che si sia andati a scuola o meno, tutti possono leggere l'immagine e interpretarla. Questo è il potere del cinema. Ciò che amo di più della settima arte è realizzare un prodotto che non mi appartiene più. Appartiene al pubblico. È libero di interpretarlo come vuole, di fare il proprio film partendo dal mio film. È questo che mi affascina del cinema.
- J'ai fait du cinéma pour que ma mère, qui n'est pas allée à l'école, puisse lire mes images. Je pense que le cinéma est éducatif. C'est un instrument de lecture. Que l'on soit allé à l'école ou pas, chaque individu peut lire l'image et l'interpréter. C'est cela la force du cinéma. Ce que j'aime le plus dans le 7ème art, c'est faire un produit et il ne m'appartient plus. Il appartient au public. Il est libre de l'interpréter comme il l'entend, de faire son film de mon propre film. C'est cela qui me fascine dans le cinéma.
- Ho scelto il mondo rurale perché sono una contadina. Volevo valorizzare questo mondo, che è l'unico che può salvare l'Africa. Ho detto chiaramente che sono un contadina, che non vengo dalla città e che nessun africano viene dalla città.
- J'ai choisi le monde rural, parce que je suis paysanne. J'ai voulu mettre l'accent sur ce monde qui seul peut sauver l'Afrique. J'ai imposé que je suis paysanne, que je ne suis pas de la ville et qu'aucun Africain n'est de la ville.
- Negando e rifiutando la presenza della sorveglianza straniera nella narrazione, dimostrano di non essere schiavi, di non essere colonizzati. In questo modo, cercano di mantenere la propria identità. Ed è normale, perché è la loro storia, una storia continua che è la loro vita, e non vivono né come schiavi né come colonizzati.
- En niant, en refusant dans le récit la domination étrangère, ils manifestent qu'ils ne sont pas des esclaves, qu'ils ne sont pas des colonisés. Ils tentent ainsi de maintenir leur identité. Et c'est normal parce que c'est leur propre histoire, une histoire qui se poursuit, qui est leur vie et qu'ils ne vivent ni comme esclaves, ni comme colonisé.
- Se rappresento i Pangol (il nome serer per gli spiriti degli antenati), è perché credo meno nelle religioni monoteiste e quindi difendo la religiosità africana basata sugli spiriti. Se Mossane è troppo bella per appartenere a questo mondo, non può che appartenere al mondo degli spiriti, degli antenati.
- Si je mets en scène les Pangol (dénomination sérère pour les esprits des ancêtres), c'est parce que je crois moins aux religions monothéistes et donc je défends la religion africaine fondée sur les esprits. Si Mossane est trop belle pour appartenir à ce monde, elle ne peut appartenir qu'au monde des esprits, des ancêtres.