Sabrina Efionayi
scrittrice italiana di orgine nigeriana
Sabrina Efionayi (1999 – vivente), scrittrice italiana di origine nigeriana.
Citazioni di Sabrina Efionayi
modifica- La prima volta che ho avuto l’opportunità di far parte della famiglia del festival avevo sedici anni, presentavo il mio primo romanzo sotto un gazebo bianco in compagnia di uno scrittore pugliese. Ricordo che non guardavo mai il pubblico, tenevo sempre lo sguardo fisso in fondo alla sala, immaginando una lucciola volteggiare in aria pronta a rapire mia attenzione. Se avessi smesso di guardarla, si sarebbe spenta per sempre. Per l’adolescente timida che ero appariva insostenibile l’idea di tenere lo sguardo con chiunque per più di un minuto. Ero convinta che quella sensazione mi avrebbe soffocata. Oggi, a distanza di molti anni, con una consapevolezza quasi adulta, comprendo che ad aiutarmi a compiere i primi passi sono stati proprio quegli occhi, una guida non richiesta ma necessaria. I lettori e le lettrici sono il cuore pulsante del festival, le sedie sempre piene, le file agli eventi, la libreria a Piazza Sordello che non smette mai di incantare.[1]
Dall'intervista di Goffredo Buccini a Sette, Corriere della Sera; ripubblicato in corriere.it, 29 aprile 2022.
- Passavo con lei [la madre] i tre mesi d’estate, nella sua nuova vita in Toscana o in quella di prima, in Nigeria, e tutte le volte avevo paura che lei non mi restituisse ad Antonietta. Se piangi non ti riporto a Napoli, mi disse un Natale. [...] Nulla è mai stato formalizzato, non ho nessun rapporto legale con la mia famiglia italiana.
- Per la famiglia nigeriana ero sempre troppo italiana, per molti italiani troppo nigeriana, un mio amico diceva che sono un Bounty: nera fuori e bianca dentro. Per lui era un complimento, per me no.
- La scrittura ti salva. E prima ancora la lettura. Ho cominciato a leggere sotto la sdraio di mio nonno Salvatore, a mare. Lui non poteva fare il bagno, io non so nuotare, mi nascondevo lì, da bambina, coi miei fumetti.
- E, pensa un po’, neanche un nero tra i miei personaggi! Ero romantica, scrivevo storie d’amore, ma di bianchi. Fino ai sedici anni volevo essere bianca…
- Io penso che lo ius soli sarebbe un punto di partenza. Non è solo un pezzo di carta. Ricordo le file umilianti con mia madre Gladys, ore e ore all’ufficio stranieri per rinnovare il permesso di soggiorno, sotto sole e pioggia, io bambina. All’università mi sono dovuta iscrivere come extracomunitaria! Incredibile, dopo tutta la vita nelle scuole italiane!
- Mica si nasce razzisti, lo si diventa magari involontariamente, per pigrizia mentale. Essere bianchi non è una colpa. Lo diventa se non riconosci di avere un privilegio rispetto agli altri, se non vedi il pugno chiuso di protesta di quel nero che sta accanto a te.
Note
modifica- ↑ Da Il mio luogo del cuore è immerso tra i libri, festivaletteratura.it, 8 settembre 2024.