Roberto Perotti
Roberto Perotti (1961 – vivente), economista italiano.
Citazioni di Roberto Perotti
modifica- Il problema della Rai è che ha troppi soldi. Se si compara alla Bbc, i costi unitari sono molto più alti. Parlo di costo del lavoro unitario, il costo medio del lavoro per ogni unità di valore aggiunto. E soprattutto come sempre in Italia sono molto pagati i dirigenti. Perché l'Italia, che si vanta di essere un Paese molto egualitario, nel settore pubblico sono molto pagati i dirigenti, rispetto agli altri Paesi, e sono meno pagati invece quelli a livello più basso.[1]
- Questo governo [governo Conte] ci sta dicendo da mesi che abbassare le aliquote delle tasse ha proprietà miracolose: riduce il costo del lavoro e aumenta l'occupazione ma anche il gettito totale, grazie all'enorme aumento di reddito e consumi che genera. Ora ci dice che anche alzare le aliquote e il costo di certi tipi di lavoro ha gli stessi effetti positivi su tutto. Beata innocenza.[2]
- Se viene un marziano a Roma, vede una città allo sbando. Con periferie in condizioni difficilissime. Ad amici che dovevano andare a Tor Bella Monaca la polizia ha consigliato di non fermarsi ai semafori rossi con il motorino, per sicurezza. Hai una città nell'occhio del ciclone da anni per diecimila motivi. L'ultima cosa di cui hai bisogno sono le Olimpiadi.[1]
L'università truccata
modificaDa anni, in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico, i rettori di tutta Italia elencano puntualmente la stessa lista dei mali dell'università: gli studenti fuori corso, la proliferazione di sedi minuscole, le promozioni ope legis, l'altissima età media dei docenti, i corsi di laurea assurdi, le migliaia di lauree regalate ai funzionari pubblici. E magari più sommessamente, i concorsi truffaldini vinti da individui senza alcuna qualifica accademica, i dipartimenti colonizzati da una famiglia o da un partito politico, gli esami e le lauree venduti con tanto di tariffario. Ministri di destra e di sinistra ripetono indignati questa lista su giornali e Tv.
Citazioni
modifica- In tutti i paesi del mondo la ricerca vive di finanziamenti pubblici. Ci sono essenzialmente tre modi per assegnarli: criteri di opportunità politica, indici bibliometrici, o la peer review, la valutazione da parte dei pari, anonima e indipendente. Prima di assumere un docente, qualsiasi dipartimento chiederà cosa ne pensino i rappresentanti della sua disciplina sparsi per il mondo. Il capo del dipartimento manderà una ventina di e-mail ai più noti studiosi in quella disciplina, chiedendo loro di scrivere una o due pagine con una valutazione della ricerca e delle prospettive future del docente in esame, e una comparazione della sua ricerca con quella di altri studiosi della stessa età che insegnano in atenei dello stesso livello. E prima di decidere se pubblicare un lavoro, un direttore di rivista scientifica chiederà a dei referees esterni cosa ne pensano. Questi sottoporranno dei rapporti, con una valutazione dettagliata degli elementi di innovazione nel lavoro e di eventuali difetti, ed eventuali suggerimenti su come correggere questi ultimi. Il direttore della rivista deciderà quindi se accettare il lavoro, rigettarlo, oppure rimandarlo agli autori perché vi apportino modifiche, da far poi valutare nuovamente ai referees. Con questa procedura, le migliori riviste di ogni disciplina pubblicano meno del 10% dei lavori ad esse sottoposte. Infine, molti dipartimenti pagano per essere sottoposti periodicamente alla valutazione dei migliori colleghi di altri atenei che ne indichino i punti di forza e di debolezza. (p. 148)
L'eterno dilemma fra purezza del sapere e bisogno di risorse è ben presente nell'accademia americana da più di un secolo, ma evidentemente non le ha impedito di sviluppare l'ambiente di ricerca più avanzato del mondo. Si tratterà di fare tesoro di questa esperienza e di imporre i correttivi adeguati alle degenerazioni più eclatanti; ma benché sia legittimo e utile evidenziare i rischi di un'eccessiva commercializzazione, p importante anche sempre tenere presente l'alternativa, che è molto peggio. Il miglior modo di evitare i conflitti di interesse ed i rischi di un'eccessiva commercializzazione della ricerca è di non fare ricerca del tutto che è la strada scelta da gran parte dell'università italiana.
Bibliografia
modifica- Roberto Perotti, L'università truccata, Einaudi, Torino, 2008. ISBN 978-88-06-19360-7
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- ↑ a b Dall'intervista Spesa pubblica, Perotti: «Dalle partecipate ai troppi sussidi, ecco perché le riforme hanno fallito», Corriere.it, 3 settembre 2016.
- ↑ Da Decreto dignità: il leader M5S e il prezzo delle mele, Rep.repubblica.it, 20 luglio 2018.