Riccardo Realfonzo
economista italiano
Riccardo Realfonzo (1964), economista italiano.
Citazioni di Riccardo Realfonzo
modifica- Il lavoro teorico di Graziani – culminato nel volume The Monetary Theory of Production, pubblicato a Cambridge nel 2003, anche conosciuto come teoria del circuito – pone le interrelazioni tra gli attori sociali concreti ad oggetto dell'analisi, in contrasto con l'astratto individualismo del pensiero liberista. Nel suo approccio, l'economia di mercato si caratterizza per la natura monetaria e per la presenza di incertezza. E anche le conclusioni teoriche cui giunge sono in conflitto con il rassicurante mainstream. Secondo Graziani, infatti, il mercato non assicura spontaneamente gli equilibri tra domanda e offerta, non genera piena occupazione, non fa coincidere la distribuzione del reddito con la produttività dei fattori. Da qui la necessità di uno Stato che funga da regolatore e che possa entrare nella sfera economica anche per sostenere la domanda in chiave anticiclica. (da Crisi e disuguaglianza. Ricominciamo da Graziani, in l'Unità, 4 maggio 2013, p. 16)
- Sulla base del suo impianto teorico Graziani è stato in grado di svelare – anche con i suoi articoli ospitati su l'Unità tra la fine degli anni 80 e i primi anni 90 – le magagne dello sviluppo economico italiano. Ad esempio, chiarì sin d'allora quali fossero le ragioni dell'esplosione del debito pubblico italiano, che a partire da valori inferiori al 60% del Pil nel 1980 in un quindicennio andò a superare il 120% del Pil. Soprattutto chiarì che la forte crescita del debito pubblico italiano non andava tanto spiegata con la «finanza allegra» – e quindi con disavanzi primari – bensì con l'elevato costo del debito pubblico dovuto all'elevato regime dei tassi di interesse. E questo a sua volta era l'esito di un problema strutturale di squilibrio dei conti con l'estero, legato a una insufficienza dinamica delle nostre esportazioni che andava compensata con afflussi di capitale. Il problema del debito pubblico italiano, dunque, coincideva in grande misura con l'inadeguatezza dell'apparato produttivo nazionale, di cui egli intravide il futuro declino prima di ogni altro economista. (da Crisi e disuguaglianza. Ricominciamo da Graziani, in l'Unità, 4 maggio 2013, p. 16)
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