Rebecca Ream

modella italiana

Rebecca Ream (1975 – vivente), ex modella statunitense naturalizzata italiana.

Intervista di Davide Passoni, news2000.libero.it, 23 giugno 2000.

  • Io ho cominciato a fare questo lavoro quando ero ancora una bambina e ho dovuto crescere in fretta. Se non hai alle spalle qualcuno che ti segue e dice in maniera costante quello che devi o non devi fare, c'è il rischio che ti perda. Questo qualcuno può essere la famiglia o l'agenzia. A diciassette anni pagavo già l'affitto della mia casa e prendevo decisioni importanti. E tra queste c'era anche quella di farmi una famiglia.
  • [Su Colpo di fulmine] È stata una esperienza bellissima, anche se molto difficile. Sai, non avevo mai fatto televisione e dover essere sempre per la strada, rincorrere la gente con il microfono in mano, parlare in un italiano che ancora non era perfetto non è stato molto agevole, almeno per i primi tempi. Spesso la gente mi chiedeva di ripetere le domande perché non capiva: colpa del fiatone, della lingua, non so...
  • [...] le sfilate si concentrano in pochi periodi dell'anno e quindi il tempo per fare tante altre cose c'è. L'inconveniente è che non sai mai quale lavoro ti toccherà domani. È un mondo talmente vario e in movimento che le opportunità non mancano mai.
  • [«E la cucina italiana?»] Forse la migliore del mondo. Anche se non capisco come mai voi italiani mangiate delle cose che noi in America buttiamo via, e in effetti fanno un po' schifo. Il cuore, il cervello, il fegato: ma come fate a mangiarli? Proprio non mi sono ancora abituata all'idea.
  • Non ho dei guadagni esagerati e soprattutto non posso fare delle previsioni su quanto guadagnerò. Sai, un mese posso guadagnare 1000 e il mese dopo 100; dipende dagli ingaggi, dai lavori. Magari non si tratta di cifre indifferenti, ma è tutto legato a come vanno campagne pubblicitarie e cose di questo genere. [...] Se non ricordo male il primo contratto davvero importante è stato per una casa di profumi. Mi pare che i soldi che ho guadagnato siano finiti tutti nel mutuo...
  • [«Ma le fotomodelle o le indossatrici, nella vita di tutti i giorni vanno a caccia di abiti costosi?»] Assolutamente no, almeno non io. A parte il fatto che molti degli abiti che indossiamo in sfilata non sono portabili nel quotidiano, ma se anche avessi un sacco di soldi non li spenderei certo in abiti costosi. [...] Oltretutto certi abiti hanno dei prezzi davvero scandalosi. Pensa che un paio di jeans griffato costa anche cinque milioni [di lire]. È una cosa fuori dal mondo. Se comprassi dei jeans così costosi mi sentirei a disagio, quasi in colpa. Ti fermi al semaforo e il ragazzino ti chiede mille lire e tu indossi un vestito così caro... No, no, con tanta gente che sta male e soffre.

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