Gaetano Carlo Chelli

romanziere italiano
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Gaetano Carlo Chelli (1847 — 1904), scrittore italiano.

Incipit di alcune opere

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Il manifesto del Valle aveva annunciato la beneficiata[1] di Fabia Leoni colla Signora dalle camelie[2].
C'era in teatro il pubblico delle grandi occasioni: quello che intona, per così dire, la solennità di uno spettacolo. D'altronde, mentre si aspettava di vedere la Leoni fare una creazione di carattere di Margherita Gauthier, i bene informati asserivano che i fiori ed i regali destinati alla "seratante" erano proprio una cosa da sbalordire.
Fabia aveva fatto la fortuna della stagione, passando, dalla prima recita in poi, di trionfo in trionfo. Si era entusiasti della sua bellezza, come della sua bravura, e, correndo il di lei nome sulle bocche di tutti, era diventato decisamente di moda l'occuparsi di lei.

L'eredità Ferramonti

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Da Piazza di Ponte a Campo di Fiori, padron Gregorio Ferramonti godeva la notorietà e la considerazione di un uomo, che si ritiene quasi milionario. Aveva costruito da sé la propria fortuna. Dei vecchi lo rammentavano ancora cascherino di Toto Setoli, un fornaio al Pellegrino, che lo aveva raccolto per carità. Poi il cascherino era passato garzone di banco; poi era andato ad aprire un buco di bottega, di faccia appunto all'antico padrone. Gli rubava la clientela, dopo avergli rubato i quattrini per fargli quella figuraccia. E da quel momento, la sua barca aveva sempre avuto, come si dice, il vento in poppa.

Racconti dell'Apuano

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Per un fiore!

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Lettrici gentili, voi non conoscete Giorgio Alviti. Se lo conosceste, io credo che nel fondo del vostro cuore, si troverebbe un palpito arcano di simpatia verso l'eroe sfortunato del nostro racconto.
Bello, giovane, allegro, spiritoso e ricco, ecco le sue doti. Convenite che le medesime riassumono molti elementi necessarii a rendere amabile un uomo.
Se poi conosceste la causa di una sua qualità caratteristica, non ridereste ai fenomeni che ne sono la conseguenza, mentre ignorandola, vi sarebbe da ridere assai, malgrado tutto.

Il segreto del cuore

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"Caro Roberto,
non perdo un minuto a risponderti. La consolazione che desti alla Lisa ed a me, ci fa tuoi debitori di una gratitudine senza limiti. Se sfortuna volle che un bambino non nascesse da noi, la nostra vita non sarà priva per questo della consolazione di avere una figlia, e in quell'affetto che tu ci procuri concedendoci l'Irma, l'anima nostra troverà il compenso alle tristezze ed alle delusioni provate.
"Partirò tosto per venire a prendere l'Irma. Tutto è preparato pel suo ingresso in casa nostra, e quel giorno che ciò avverrà, sarà una festa così piena e una gioia così pura, da non perderne mai la viva rimembranza...".
Questo ed altro scriveva Gianni al fratello Roberto, sul progetto di prendersi seco l'Irma, figlia dell'ultimo.

Rimembranze d'estate

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Agosto volge al suo termine. S'addensa sulle montagne del Nord una nube bruna, pesante, minacciosa, nel cui seno è un cupo brontolio di voci arcane. Ferve là dentro una battaglia elettrica, che guizza in lampeggiamenti capricciosi, dapprima insensibili e poi sempre più fiammeggianti e visibili.
Gli elementi del fulmine stanno aggruppandosi, condensandosi. Una strana calma apparisce alle superfici; più che calma, una oppressione indefinibile. Ma non è chi non indovini che sta nascosta un'agitazione magnetica sotto il ristagno apparente delle forze e delle facoltà naturali. Anzi, quest'agitazione la si sente, la si prova, schioppetta incessante nelle intime fibre degli animali e delle case.

  1. Col termine beneficiata (o anche serata d'onore o serata di beneficio) si intende una particolare usanza teatrale invalsa almeno fino a tutto il XIX secolo. Ne erano soggetti, in special modo, i grandi interpreti della prosa: "Ciascun artista aveva cioè diritto a un certo numero di serate in suo onore con una percentuale più o meno ampia (fino al 50%) dell'incasso lordo devoluta all'attore. Al quale spettava anche il diritto di scegliere il testo per la sua serata, in modo da poter interpretare personaggi a lui congeniali. La consuetudine comprendeva anche omaggi e regali da parte degli ammiratori, spesso anche di notevole valore. Originariamente il beneficiato attendeva il pubblico all'ingresso del teatro con un bacile in cui venivano poste le largizioni degli spettatori." (R. Alonge, Teatro e spettacolo nel secondo Ottocento, Bari, Laterza, 2002, p. 17). Tali serate, vero e proprio "riconoscimento" del pubblico verso i propri beniamini, avevano tuttavia un non secondario rilievo venale. Come rammenta Alonge, infatti, "per tutto l'Ottocento l'attore viaggia a proprie spese. Sarà solo con il contratto unico approvato nel maggio del 1906 che i costi di viaggio e trasporto bagagli – ovviamente assai incidenti data la struttura itinerante della compagnia – sono assunti dal capocomico" (ibidem).
  2. Il dramma in cinque atti di Alexandre Dumas figlio La Dame aux camélias, tratto dall'omonimo romanzo, andò in scena per la prima volta al "Gymnase" di Parigi la sera del 2 febbraio 1852, riscuotendo un clamoroso successo. Dopo aver superato gli ostici giudizi della censura, che ne tardarono la rappresentazione, il dramma fu quasi subito tradotto nelle principali lingue (in Italia venne tradotto e pubblicato pochi mesi dopo la prima parigina), divenendo il "cavallo di battaglia" di numerose primedonne dell'epoca. Un'accurata analisi sulla genesi del testo e sulle ragioni della sua duratura fortuna (con particolare attenzione alla scena italiana), oltre a un'ampia panoramica sulle grandi attrici che hanno interpretato il personaggio di Margherita Gautier, viene offerta da Simona Brunetti nel saggio: Il palcoscenico del secondo Ottocento italiano: La signora dalle camelie, Padova, Esedra, 2004. Da segnalare infine che, nel proporre la traduzione del titolo, Chelli alterna indifferentemente, per il complemento di qualità, le preposizioni articolate dalle/delle.

Bibliografia

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  • Gaetano Carlo Chelli, Fabia, a cura di Paolo Giannotti, Alberto Ricciardi Editore, 2004.
  • Gaetano Carlo Chelli, L'eredità Ferramonti, Einaudi, 1972.
  • Gaetano Carlo Chelli, Racconti dell'Apuano, a cura di Paolo Giannotti, Edizioni Vuelleti, 2003.

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