Ortensio Lando
umanista italiano
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Ortensio Lando (1512 circa – 1554 circa), umanista, traduttore e poligrafo italiano.
Commentario de le più notabili, & mostruose cose d'Italia, & altri luoghi
modificaPiu fiate havendo letto nelle antiche storie tante maravigliose cose dalli Italiani virilmente oprate, et essendomi da mio avolo molte volte detto esser l'Italia la piu bella parte, la piu ricca, & la piu civile che ritrovar si possi, nacquemi nel petto un'ardentissimo disio, & vennemi un istrema voglia non sol di vederla, ma di habitarla mentre vivessi: & al mio pensiero fu il cielo sì favorevole & propitio, che di piu osato non havrei di desiderare.
Citazioni
modifica- Tu sguazzerai con quei caci cavallucci freschi, arrostiti non con lento fuoco, ma prestissimo, con sopravveste di zucchero e cinamono. Io mi struggo solo a pensarvi. Vedrai in Napoli la Loggia detta per sopranome de' Genovesi, piena di tutte quelle buone cose che per ungere la gola desiderar si possano. Mangerai in Napoli di susameli, mostacciuoli, raffioli, pesci, funghi, castagni di zucchero, schiacciate di màndole, pasta reale, conserve rosate, bianco mangiare. Sarannoti appresentati de' buoni caponi. (p. 10, 1994)
Quattro libri de' dubbi
modifica- Chi è colui che ben vive? Colui che celatamente vive.
- Come si può conoscere l'amico certo? Nelle cose incerte.
- Quale è la vera immagine dell'uomo? Ella è la favella.
Bibliografia
modifica- Ortensio Lando, Commentario de le più notabili, & mostruose cose d'Italia, & altri luoghi, di lingua aramea in italiana tradotto, nelquale s'impara, & prendesi estremo piacere. Vi si e poi aggionto un breue catalogo de gli inuentori de le cose che si mangiano, & si beuono, nuouamente ritrouato, & da messer anonymo di Vtopia composto, Vinetia, al segno del Pozzo, Andrea Arrivabene, 1550.
- Ortensio Lando, Commentario delle più notabili & mostruose cose d'Italia & altri luoghi di lingua Aramea in Italiana tradotto... Ripresa dell'edizione veneziana del 1553, a cura di Guido e Paola Salvatori, Edizioni Pendagron, Bologna, 1994.
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