Principio olografico

principio fisico secondo cui la fisica all'interno di una regione limitata è interamente caratterizzata dalla fisica che accade al confine della regione

Citazioni sul principio olografico, congettura riguardante la gravità quantistica.

  • Nella vita quotidiana un ologramma è un tipo speciale di fotografia che genera un'immagine pienamente tridimensionale quando viene illuminata in modo appropriato.
    Tutta l'informazione che descrive la scena tridimensionale è quindi codificata nella distribuzione di aree chiare e scure sulla pellicola bidimensionale, pronta per essere rigenerata. Il principio olografico afferma che un analogo di questa «magia visiva» si applica alla descrizione fisica di qualunque sistema che occupi una regione in tre dimensioni: propone cioè che un'altra teoria fisica definita solo sul confine bidimensionale della regione ne descriva completamente la fisica in tre dimensioni. Se un sistema tridimensionale può essere descritto integralmente da una teoria fisica che opera solamente sul suo confine bidimensionale, allora si può prevedere che il contenuto di informazione del sistema non debba superare quello della descrizione del confine. (Jacob Bekenstein)
  • Possiamo applicare il principio olografico all'universo nel suo insieme? L'universo reale è un sistema quadridimensionale: ha tre dimensioni spaziali e una temporale. Se la fisica dell'universo è olografica, deve esistere un insieme alternativo di leggi fisiche, valido su un confine tridimensionale dello spazio-tempo, che sia equivalente alla usuale fisica in quattro dimensioni. Attualmente non conosciamo una teoria in tre dimensioni che funzioni in questo modo. Non solo, ma quale superficie dovremmo usare come confine dell'universo? Qualche chiarimento potrebbe venire dallo studio di modelli più semplici dell'universo reale. (Jacob Bekenstein)
  • – Sai, c'è un'idea nella teoria delle stringhe secondo cui tutto l'universo potrebbe essere un ologramma...
    – Cosa vuol dire? Uao.
    – Be', il principio olografico sostiene che ciò che noi percepiamo ogni giorno in tre dimensioni può in realtà essere frutto di informazioni riportate su una superficie ai limiti estremi del nostro universo. Quindi è possibile che le nostre vite stiano solamente dando vita ad un quadro dipinto sulla tela più grande dell'universo. (The Big Bang Theory)

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