Pontedecimo-Giovi
corsa automobilistica
Citazioni sulla Pontedecimo-Giovi.
- Siamo nel 1966, e in quell'epoca guidavo la [Lancia] Flavia Zagato, un'auto potente ma pesante. Un giorno viene da me [Cesare] Fiorio e mi dice che vicino Genova si correva una gara in salita e che c'era un concessionario che faceva pressione affinché vi partecipassi. Che problema c'è? – dico io – facciamola. E così fu. La gara si chiamava per l'esattezza Pontedecimo-Giovi, una classicissima gara in salita nella quale già sapevo di dover giocare le mie carte senza troppe speranze di vittoria, anche perché avevo come concorrenti tutte vetture preparate appositamente per quel tipo di competizione. Fatto sta che arriva il giorno prefissato e, per fortuna, pioveva a dirotto. Bene, dico tra me e me, almeno ci si diverte un po'. Durante tutta la gara nulla di particolare, cerco di seguire le traiettorie, di non fare errori e soprattutto di spingere la Zagato al massimo. Ad una curva dal traguardo succede invece tutto ciò che non era successo durante l'intera corsa. Una curva a destra, ancora me la ricordo [...]. Avete presente una pozzanghera? Ecco immaginate la più grande che abbiate mai visto e aggiungeteci qualcosa. Ovviamente finisco in aquaplaning e inizio a ballare il valzer. Il fatto è, però, che dopo appena cento metri c'era il traguardo, e non sapevo più come controllare la macchina. Per farla breve volete sapere come è andata a finire? Con il sottoscritto che taglia il traguardo di coda e poi va a sbattere contro un muretto. Subito accorrono i soccorsi, ambulanze a sirene spiegate solo perché avevo dato una leggera capocciata. Dulcis in fundo, mi portano all'ospedale e mi trattengono per qualche ora. Sto lì, senza sapere che fare, quando vedo arrivare un gruppo di amici accorsi per salutarmi e farmi compagnia. Felicità. "Guarda che siamo qui per darti la Coppa", dice uno di loro. "Sentite – faccio io – d'accordo che ho sfiorato il ridicolo tagliando il traguardo con il posteriore della Zagato, e domani tutti i giornali mi rideranno dietro, ma per favore non infierite, cavolo!". "Ma sei scemo? Hai vinto, hai fatto il miglior tempo, tieni la Coppa, è tua". Avevano ragione. Avevo vinto. E per di più in una gara sulla quale non mi ero preparato, con un'auto non adatta e in una competizione dove veramente non ci avrei scommesso un soldo bucato. (Sandro Munari)
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