Pilar Fogliati

attrice italiana (1992-)

María Del Pilar Fogliati (1992 – vivente), attrice italiana.

Pilar Fogliati (2022)

Citazioni di Pilar Fogliati

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [«Le piace imitare i dialetti»] Mi piace raccontare i caratteri italiani, giocare con la voce. [...] ho scoperto il valore immenso di una risata. In fondo sono sempre stata un po' pagliaccia.[1]
  • La maggiore aspettativa di vita ci ha modificato come generazione: non abbiamo certezze. Oggi la stabilità arriva più avanti nell'età e, con essa, anche la progettualità. La sensazione di avere poche ancore ci spinge a fare esperienze, a provare un po' tutto... bello, per carità, ma anche dispersivo. È il paradosso della libertà: abbiamo tutti più chance e si ha l'illusione che tutti i sogni siano raggiungibili. Non a caso si parla tanto della FOMO. [«Prego?»] La Fear Of Missing Opportunities [sic], ovvero la paura di perdere le opportunità. L'hanno definita la malattia del secolo, ed è proprio così. La globalizzazione ci ha un po' fregati, perché ti mostra mille opportunità dandoti l'impressione di poterle realizzare tutte quante. Così, quando raggiungi un traguardo, non godi di quello che hai, ma pensi subito a tutto ciò che hai dovuto escludere o che devi ancora conquistare. Funziona così anche in amore.[2]
  • [«Ti piace dare voce a una femminilità diversa...»] Quello che più mi intriga non è dire com'è la donna secondo me, ma mostrare che la donna oggi è così. Punto. Non ne posso più di vedere film e serie tv che sembrano ambientati non dico in un'altra epoca, ma proprio in un altro mondo. Con i miei personaggi vorrei riuscire a doppiare la realtà: in fondo l'imitazione è anche questo, ossia dire che la realtà è così perché l'ho sentito, l'ho visto.[2]
  • [«Da dove arriva il suo nome?»] Mi chiamo Maria del Pilar in omaggio a mia nonna paterna, nata in Argentina. Nessuno mi ha mai chiamata Maria. Col mio nome mi sono scontrata nell'adolescenza, quando vuoi essere uguale a tutti. A Roma poi, dove vivevo, era un delirio. "Come ti chiami?" [e imita l'accento romano, ndr]. "Pilar". "Come? Ilaria?". "No, Pilar". "No ma dimme il nome no il cognome". Ma ti pare che mi presento con il cognome?[3]
  • Mia nonna mi ha detto più volte "O Pilar a me questo fatto che fai l'attrice non mi garba tanto, perché non ti sposi?". Non lo dice perché non mi vuole bene, assolutamente, ma perché parla per la sua generazione. Ma noi ora siamo diversi, siamo una generazione che per fortuna conosce libertà nuove, siamo capaci di parlare dei nostri problemi.[4]
  • [«La parola che dice di più è l'avverbio "forse"»] Si vede che sono una persona possibilista. Oppure che cambio spesso idea. Anzi no, guarda, è perché non voglio troppe responsabilità. Infatti sai cos'altro mi piace? Il vezzeggiativo. Ti faccio un esempio: "Pilar, fa freddo fuori?". "Mah... freschetto". Che, se ci pensi, non vuol dir niente: freddo ma non freddissimo, copriti ma senza esagerare. Et voilà, hai la coscienza a posto.[5]

Intervista di Giuseppe Candela, ilfattoquotidiano.it, 14 febbraio 2020.

  • Avevo sedici anni, nel bel mezzo dell'adolescenza inquieta andavo male a scuola. Mia madre ebbe l'idea di evitare le punizioni vecchio stampo e iscrivermi a un corso di teatro amatoriale, una cosa che poteva piacermi ma mi costringeva a passare il venerdì e il sabato sera fino alle dieci di sera a teatro. Una punizione creativa che però mi è servita molto.
  • La recitazione era un sogno che custodivo a cui forse non volevo dar voce. Mi suonava strano dire "voglio fare l'attrice" ma è sempre stata una cosa che portavo dentro. Quando sono entrata in Accademia ho avuto la percezione che questo potesse diventare il mio lavoro, ero felice e curiosa. Il primo giorno mi sono presentata con una camicia e la giacca, look decisamente sbagliato ma era un modo per dare solennità a quello che mi stava accadendo.
  • Per me Verdone è un mito, è quello che ha declinato meglio di tutti la romanità ma è meglio dire l'italianità. I caratteri, le maschere, le imperfezioni. Ha una cura sociologica e quasi antropologica dei suoi personaggi.
  • Mi piace più imitare dei caratteri che il personaggio noto.
  • [«Cosa le piacerebbe la gente dicesse di lei?»] La cosa più banale ma più potente è "mi fa emozionare", forse sotto sotto mi piace sentirmi dire "mi fa ridere".

Intervista di Silvia Fumarola, repubblica.it, 15 novembre 2022.

  • [«Come vivono l'amore le trentenni?»] Nei legami c'è un po' il senso di incertezza e questa narrazione, anche positiva, per cui non hai più bisogno del principe azzurro, che ce la fai benissimo da sola, ti rende più forte. Vince l'individualità, non la tendenza a fare più sacrifici per l'altro. Ti fai domande, ti analizzi.
  • Quando si tratta di commedie posso proporre qualcosa in più in termini di difetti, caratterizzazioni, lessico, tutto ciò che mi fa battere il cuore. Ho una faccia che è anche drammatica, ma mi piace far ridere.
  • Franca Valeri ha scritto cose geniali. Devo ringraziare chi mi disse: "Leggiti i suoi libri". Mi ha aperto un mondo.

Intervista di Mario Manca, vanityfair.it, 15 dicembre 2023.

  • [«Ha problemi a stare sola?»] Al contrario. Credo che stare in relazione ti faccia capire chi sei anche nella solitudine. Crescendo, poi, stare da sola lo impari. Specie quando fai il mio lavoro.
  • Do molta fiducia, forse anche troppa. [...] Ogni tanto preferisco beccarmi la delusione anziché vivere nella paura di essere fregata.
  • [«Ad autostima come è messa?»] Ci sono dei giorni in cui sento di non valere niente e altri in cui va un po' meglio. Ogni tanto spunta fuori qualche commento che sui social si chiede come mai mi faccia la coda con le orecchie a sventola che ho: sono cose che mi rimbalzano più di prima, ma mentirei se dicessi che non mi toccano.
  • [...] l'ironia è simile alla vita. Provare a sdrammatizzare è un bell'antidoto al rischio di abbandonarsi al cinismo.
  • Trovo orribile che alle persone famose che esprimono un'opinione su qualcosa venga rinfacciato di non parlare anche di altri temi altrettanto urgenti, come se fosse un obbligo. Oggi essere attivisti sembra essere diventato un mestiere, forse anche un modo per elevarsi. La cornice, però, non deve superare la sostanza. [...] Quando le intenzioni sono vere si sentono, se lo fai per moda si capisce.

Da un intervento al PostModernissimo di Perugia, 28 novembre 2024; citato in Martina Dominici, umbria24.it, 30 novembre 2024.

  • [Su Romantiche] [...] non avevo la velleità di fare anche la regista. A un certo punto, però [...], mi è stato fatto capire che si trattava del mio mondo, dei miei personaggi, e che mi dovevo buttare facendo una regia semplice, fedele alla mia idea dei personaggi. Una regia al servizio della parola, onesta, con pochissimi virtuosismi di inquadrature particolari ma ricca di parole. Rimanendo onesta a ciò che avevo scritto.
  • I miei personaggi nascono dalla curiosità che ho per tutto. Osservo tanto e mi innamoro anche di persone che mi stanno antipatiche perché voglio andare oltre, scoprire, immaginare il mondo dietro a ciascuna persona. Mi piacciono i lati anche brutti, dare dignità a tutto: la gelosia, il fallimento e via dicendo.
  • Io ho un mito e penso che un giovane che si approcci a un mestiere debba ispirarsi a un mito. Il mio è Carlo Verdone. Per me lui, con la sua capacità di fare tutti quei personaggi dalle mille sfumature, è sempre stato il massimo.
  • [Su Romantiche] In questo film ho voluto raccontare anche la generazione tra 28 e 35 anni, l’ansia perenne che la caratterizza e il non essere mai pienamente soddisfatti perché ci vengono mostrate sempre troppe vite degli altri, mentre quello che è importante è scoprire e seguire solo ciò che si è. Non ci deve essere il mito dello straordinario, basta conoscersi ed essere onesti con la propria storia.
  1. Dall'intervista di Cristina Lacava, L'attrice Pilar Fogliati: «Mi piace un sacco far ridere», iodonna.it, 13 luglio 2019.
  2. a b Dall'intervista di Francesca D'Angelo, Pilar Fogliati, il bello di essere 'Sbagliata', rollingstone.it, 15 febbraio 2021.
  3. Dall'intervista di Chiara Maffioletti, Pilar Fogliati, protagonista di «Cuori»: «Ho un viso drammatico ma dentro sono un clown», corriere.it, 25 novembre 2021.
  4. Dall'evento #VanityFairStories, 26 novembre 2022; citato in Paola Manfredi, Vanity Fair Stories 2022, Pilar Fogliati: «Quando mia nonna mi ha chiesto "Perché non ti sposi?"», vanityfair.it.
  5. Da Vogue Italia, gennaio 2024; ripubblicato in Sofia Viganò, Pilar Fogliati: intervista all'attrice fra le più amate del momento. «Siamo il risultato della nostra adolescenza», vogue.it, 14 febbraio 2024.

Filmografia

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