Paul Doherty

scrittore britannico

Paul Doherty (Middlesbrough, 21 settembre 1946 – vivente), scrittore britannico.

Incipit di alcune opere modifica

Amerotke modifica

La maschera di Ra modifica

Nel mese di Athor, la stagione delle piante acquatiche, nel tredicesimo anno di regno del Faraone Tutmosi II, il prediletto di Ra, Hatusu, sorellastra e unica moglie di Tutmosi, diede un grande banchetto nel suo palazzo di Tebe. I festeggiamenti e le gozzoviglie continuarono per tutta la notte. Gatusu sedeva, aspettando il momento in cui il vino avrebbe addormentato gli ospiti, che guardavano con gli occhi sbarrati le ballerine nude. Si muovevano sinuose, le collane di perline cave sui fianchi, segnando il tempo con i polsi e le caviglie in modo languido e seducente. Continuavano a volteggiare, con le rigide parrucche nere profumate, i volti dipinti di bianco e gli attraenti occhi a mandorla contornati dal kohl.
Hatusu lasciò la sala dei banchetti, scivolando leggera sul pavimento di marmo del corridoio. Le pareti rosse, blu e verdi erano illuminate da lampade di alabastro traslucide. Gli affreschi riportavano in vita scene di trionfi, rammentandole l'epoca in cui regnava suo padre. Nubiani, Libici, Mitanni e scorridori del mare si contorcevano realisticamente negli spasmi della morte e si inginocchiavano con le mani legate sulla testa, e il capo chino, aspettando la condanna a morte per mano del Faraone vittorioso, armato di mazza e bastone.

Il tempio di Horus modifica

Il nomade del deserto scese dal dromedario dalla sella gialla e rossa, sdrucita e coperta di polvere, sottratta a un messo reale che aveva perso la strada e la vita nelle aride Terre rosse, a est di Tebe. L'uomo, un esploratore mandato in avanscoperta dalla sua tribù, prese il piccolo arco che portava sulla schiena. Era vestito da capo a piedi con sudici stracci grigiastri, che lasciavano solo intravedere gli occhi che scrutavano nella penombra violacea del crepuscolo del deserto. Aveva raggiunto l'oasi di Amarna, dove era stato attratto da un rumore di voci e di carri. Doveva stare attento. Il deserto non era mai così vuoto come sembrava, e lui doveva evitare i cacciatori, e gli squadroni di cani e gli esploratori venuti da Tebe. I nobili tebani erano solitamente combattivi e bene armati e i predoni li attaccavano solo in caso di vittoria certa.
Il deserto nascondeva anche altri pericoli. Nelle tribù era corsa la voce che intorno all'oasi di Amarna girasse un grosso leone mangiatore di uomini, che aggrediva di notte gli accampamenti.
L'esploratore incoccò una freccia e scivolò verso il carro abbandonato, senza passeggeri né cavalli. Scrutò nell'ombra e notò le tracce di un altro carro, dirette verso la città. Sentiva uno strano profumo, che gli ricordava quando la sua tribù si era accampata fuori Tebe e lui era potuto andare in una casa del piacere. Non avrebbe mai dimenticato quella sinuosa danzatrice dalla parrucca unta d'olio e dal corpo profumato color del rame. Aveva pagato salato, ma quell'esperienza gli faceva ancora venire l'acquolina in bocca.

Saga di Hugh Corbett modifica

Delitto nella cancelleria modifica

La nave non era in pericolo, nonostante la tempesta infuriasse da settentrione, sollevando alte onde e facendo sbatacchiare con violenza vele e sartiame.
Il comandante, John Ewell, un borghese di Southampton, marinaio da molto tempo, conosceva bene quelle acque insidiose e sapeva intuire l'umore di un temporale. La nave era abbastanza massiccia, con due castelli che si alzavano a poppa e a prua per proteggere gli arcieri quand'erano in posizione di tiro; l'albero era alto ma possente. La coffa, la gabbia delle vedette, era fissata in alto, sopra la vela gonfia di vento e proprio sotto lo stendardo dell'Inghilterra, una croce rossa in campo bianco.
Ewell aveva piena fiducia nella sua nave panciuta e nel suo equipaggio; erano le sue ultime preoccupazioni.

Il templare modifica

Il mago dei templari modifica

Abbazia di Melrose, Scozia, autunno 1314

Il monaco alzò il capo e stette ad ascoltare il suono delle campane che accarezzava gli edifici dell'abbazia. Stava per essere celebrato un funerale, e tutto era pronto. Venne intonato il salmo Dirige Domine, e il canto gregoriano fu trasportato dalla brezza della sera. Presto la solenne musica delle campane sarebbe ricominciata: se a essere sepolta era una donna, due rintocchi; per un uomo, tre; per un chierico, tanti quanti erano gli ordini minori che aveva ricevuto.
«Ti sono state indicate le porte della morte? O hai incontrato i custodi del paese dell'ombra?».
Frate Benedetto si voltò di scatto e fissò la vecchia donna. Era vestita delle gramaglie vedovili più nere e sedeva nello scranno vicino alla branda con la coperta ricamata.
«Mia signora». Il giovane benedettino sorrise come a scusarsi. «Ero distratto. Davvero non vi aspettavo fino a domani, per la festa del raccolto...».
«Ma sono venuta oggi». La vecchia afferrò il suo bastone da passeggio per il manico intarsiato. «Ho studiato i manoscritti». Sospirò e si alzò in piedi, con gli occhi non più sul monaco ma sulla feritoia dietro di lui. Il giorno si stava facendo scuro, i deboli raggi del sole svanivano a poco a poco. Accanto alla finestra era appesa una piccola Madonna, un'incisione su legno della Vergine e del suo divino Figlio.

Bibliografia modifica

  • Paul Doherty, Amerotke. La maschera di Ra, Mondadori, traduzione di Igor Longo, 1998
  • Paul Doherty, Amerotke. Il tempo di Horus, Mondadori, traduzione di Igor Longo, 1999
  • Paul Doherty, Hugh Corbett. Delitto nella cancelleria, Hobby&Work, traduzione di Cecukua Scerbanenco, 2000, ISBN 88-7133-437-X
  • Paul Doherty, Il mago dei templari, Newton Compton, traduzione di Cristiano Peddis, 2013, ISBN 978-88-541-4745-4

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