Paola Fraschini

pattinatrice artistica a rotelle italiana

Paola Fraschini (1984 – vivente), pattinatrice artistica a rotelle italiana.

Citazioni di Paola Fraschini

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  Citazioni in ordine temporale.

  • [«In tutta la tua carriera qual è l'esibizione o gara che ricordi con maggior affetto? E perché?»] I Mondiali del 2009. Sono i primi che ho vinto ed ero totalmente in preda al panico! Due mesi prima mi ero fratturata il gomito destro e mi ero allenata solo mentalmente per quella gara. Avevo fatto pochissimo allenamento fisico. Sono successe cose incredibili durante quel campionato, mi si è slacciato pure un pattino durante la gara... però insomma è andata alla grandissima e ho vinto il titolo inaspettatamente.[1]

Intervista di Arianna Pirola, skatingidea.org, 23 febbraio 2019.

  • Salire sul palco del Cirque du soleil è stato un po' il compimento di una missione che da anni scalpitava dentro di me. Sentivo che dovevo in qualche modo portare il pattinaggio fuori dalle competizioni e dalle piste anche se anni fa non sapevo come. [...] Ammetto che non è stato facile adattarmi a questa esperienza di vita. Ho lasciato tutto in Italia: famiglia, amici, abitudini, per rispondere a questa chiamata oltreoceano. Ho dovuto adattare il mio modo di pattinare a un palco minuscolo per un pattinatore e ho lavorato molto sulla recitazione e sulla creazione del personaggio. Nonostante le difficoltà sono contenta di essere in questa esperienza perché ho imparato e sto imparando ogni giorno, sia da un punto di vista artistico sia come mia crescita personale. Sono grata di aver la possibilità di esibirmi su un palco dove ogni sera si crea una magia intrisa di emozioni che lo spettatore riceve con un'energia accecante.
  • Al contrario dell'ambiente del pattinaggio in cui ho sempre sentito molta tensione a causa della competizione, al circo ci si supporta e ci si aiuta perché siamo come una famiglia.
  • Ci sono due potenti forze che ci guidano nella vita: la paura e l'amore. In ogni scelta dobbiamo decidere da che parte stare e la sfida è proprio accogliere la zona d'ombra (la paura) e comprenderla con amore. La paura ci frena e ci protegge, se vogliamo è anche un'alleata ma non lo è più quando non ci permette di muoverci fluidamente nel nostro percorso personale. Il cambiamento è per l'inconscio un rischio perché non si conosce e uscire dalla nostra zona di confort richiede sempre una grande dose di coraggio perché si mettono in moto molte emozioni che a volte possono boicottarci. Il lavoro sta proprio nel tranquillizzare il nostro inconscio e con amore fare un passo in più per espandere la nostra energia.
  • Per me la connessione col pubblico è sempre stata alla base di una performance. Il pubblico deve entrare nella tua emozione e tu devi essere bravo a guidarlo e a farlo risuonare con la tua energia. Dico sempre che un'artista è un atleta che deve essere generoso, nel senso che in scena deve aprire il suo mondo emozionale e permettere che lo spettatore si tuffi dentro.

Dall'intervista a Il Pattino di Riccione, 7 maggio 2020; citato in alessandrozijno.it.

  • [«[...] come cominci a pattinare?»] Mia mamma è una allenatrice di pattinaggio e comunque questo sport mi ha sempre attratta. Vedevo le più grandi, i costumi, la musica, e così fin da piccolina ho messo i pattini ai piedi con piacere immenso. Ho provato tutte le specialità possibili. Sono andata forte in "coppia danza" insieme a Marco Noli con il quale per 10 anni abbiamo vinto tantissimo a livello giovanile prima e anche a livello senior poi. Purtroppo Marco ha smesso. Così mi sono trovata sola e mi sono buttata nella specialità della "solo dance" che in quegli anni era la specialità degli sfigati. Fui una pioniera.
  • Tu vedi l'atleta in pista e sai che non è finita lì, una atleta non è solo quel movimento tecnico, quel fisico, quel momento. È anche tutto il resto, le sue sensazioni, il suo vissuto, le sue credenze, le relazioni, le aspettative, è tantissimo altro.
  • Sono sempre stata molto esigente con me stessa e comunque non ho mai dato niente per scontato. Quando entravo in pista sapevo benissimo che tutti partivamo dallo stesso punto, e per vincere avrei dovuto dare il massimo. Piano piano nel corso degli anni sono divenuta sempre più consapevole: consapevole della mia forza, della mia preparazione ma anche della possibilità che accadesse un imprevisto o che ci fosse qualcuno più bravo di me in quel giorno. E attenzione che nel nostro sport c'è un giudizio umano, che va messo in preventivo e va accettato. E questa consapevolezza, una parola chiave, mi ha consentito di potermi esprimere al massimo come prestazione ma anche allo stesso tempo di sapere che non tutto era controllabile perfettamente da me.
  1. Da Eleonora Corso, Intervista a Paola Fraschini, la pattinatrice di Musica leggerissima, socialup.it, 16 marzo 2021.

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