Ottavio Rossani
giornalista e poeta italiano
Ottavio Rossani (1944 – vivente), giornalista e poeta italiano.
Intervista di Martina Toppi , lacasadellapoesiadicomo.com, 16 febbraio 2020.
- La poesia per me non nasce dall’intuizione geniale di un momento, la poesia va costruita e poi lasciata lì a fermentare, per poi tornarci su e togliere le ingenuità, ridimensionare e sistemare le forme di improvvisazione. La poesia è una scrittura di grande responsabilità nei confronti del lettore. Se dobbiamo fare una metafora, possiamo pensare a un vulcano. La poesia non è la lava, ma il vulcano: i detriti e la lava sono cose frammentarie, importanti sì, ma non tanto da costruire un universo.
- Mi sono accorto che negli ultimi secoli i poeti tendono a non scrivere più grandi opere alla maniera degli antichi (pensiamo a Dante o a Omero). Questo perché si è diffusa l’opinione che scrivere alla maniera degli antichi sia qualcosa fuori dal tempo. Certo, ogni scrittore deve scrivere secondo un contesto che è quello del suo tempo, perché la lingua è in continuo movimento, ma la poesia deve avere anche l’ardire di superare i limiti contenutistici della lingua, deve creare una nuova lingua.
- Leggere poesia è una necessità interiore, legata allo sviluppo di una particolare sensibilità umana. Il poeta deve scrivere qualcosa che diventi necessario per chi legge e in questo c’è una grande responsabilità. Il lettore di poesia è invogliato a continuare la lettura di un poeta perché questi lo fa vivere meglio, gli apre finestre su un mondo fino a quel momento sconosciuto. Detto in altre parole, la poesia credo debba avere una propria autolegittimazione. Leggere poesia nasce dalla necessità del lettore di avere una visione più ampia della vita e del mondo.
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