Evangelista Torricelli

matematico e fisico italiano (1608-1647)
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Evangelista Torricelli (1608 – 1647), matematico e fisico italiano.

Evangelista Torricelli nel frontespizio di Lezioni accademiche d'Evangelista Torricelli

Citazioni di Evangelista Torricelli

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  • Noi viviamo sommersi nel fondo d'un pelago d'aria elementare, la quale per esperienze indubitate si sa, che pesa, e tanto, che questa grossissima vicino alla superficie terrena, pesa circa una quattrocentesima parte del peso dell'acqua.[1]

Incipit di Lezioni accademiche

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L'impotenza, che per nativo privilegio suole andar sciolta dalle leggi, merita bene d'esser compassionata nella ricompensa de' benefizi, ma non già assoluta dal rendimento delle grazie. Prendo però animo oggi di comparire nel cospetto di questa famosissima Adunanza, e quanto più per l'inabilità dell'ingegno, mi stimo sciolto dalla speranza d'opere gloriose, altrettanto per la grandezza del beneficio ricevuto, mi giudico sottoposto all'obbligo del ringraziamento. So che la gentilezza d'animi virtuosi, diffonde le grazie per inclinazione di genio, e per soddisfazione della propria magnanimità: però mi persuado, che resterete appagati, se in questo giorno prendo il possesso d'un'onore desiderato da' sapienti, ed invidiabile dalla posterità, solo col tributo di poche, e sconcertate parole: tale per appunto suole esser la ricompensa colla quale si accettano i benefizi del Cielo, e de i Monarchi.

Opera geometrica

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  • La geometria sola, fra le discipline liberali, esercita e acuisce l'ingegno e lo rende adatto ad essere ornamento della città in pace ed a difendervela in guerra [...] a parità delle altre cose infatti, l'ingegno che sia esercitato nella ginnastica geometrica possiede una forza tutta particolare e virile. (II, p. 7; citato in Koiré 1979, p. 291)
Sola enim Geometria inter liberales disciplinar acriter exacuit ingenium, idoncumque reddit ad civitates exornandas in pace et in bello defendendas: caeteris enim paribus, ingenium quod exercitatum sit in Geometrica palestra, peculiare quoddam, et virile robur habere solet: praestabitque semper, et antecellet, circa studia Architecturae, rei bellicae, nauticaeque, etc.
  • Che il mobile sia proiettato a partire dal punto A, in una qualunque direzione elevata (sull'orizzonte) AB. È chiaro che senza la attrazione della gravità avanzerebbe con un moto rettilineo ed uniforme lungo la linea di direzione AB. (De motu projectorum, 1. II, p. 156; citato in Koiré 1979, p. 305)
  • Quando dunque considero una bilancia che pesi le figure geometriche, io non l'immagino come se fosse tra le pagine dei libri nei quali la vedo disegnata; e non ritengo che il punto al quale tendono queste grandezze sia il centro della Terra; ma mi immagino questa bilancia come infinitamente lontana dal punto al quale tendono i gravi. [...]
    Supposte come vere queste cose, come vere sono le proprietà delle figure che sono loro attribuite nelle e per le definizioni, saranno veri ugualmente tutti i teoremi che ne saranno dedotti, con l'aiuto delle considerazioni meccaniche, da coloro che fanno la detta astrazione, ed essi [i teoremi] non saranno in alcun modo dimostrati con delle false proposizioni. [...]
    Cosí il fondamento della meccanica, cioè: il parallelismo dei fili [di sospensione] potrebbe essere detto falso se le grandezze [pesi] appese alla bilancia fossero cose fisiche e reali tendenti al centro della terra. Ma non sarà falso, quando queste grandezze (siano astratte o concrete) non tendano né al centro della terra, né a un punto qualsiasi vicino alla bilancia, ma a un qualsiasi punto infinitamente lontano. (pp. 9 sgg.; citato in Koiré 1979, pp. 309 sgg.)
  1. Dalla lettera a Michelangelo Ricci, 2 giugno 1664; citato in Prefazione a Evangelista Torricelli, Lezioni accademiche, p. xxviii.

Bibliografia

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  • Evangelista Torricelli, Lezioni accademiche, Jacopo Guiducci e Santi Franchi, Firenze, 1715.
  • Evangelista Torricelli, Opera geometrica, Florentiae, Typis Amatori Massae et Laurentii de Landis, 1644.
  • Alexandre Koiré, Studi galileiani (Etudes galiléennes, 1966), traduzione di Maurizio Torrini, Einaudi, Torino, 1979.

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