Ofelia Malinov
pallavolista italiana (1996-)
Ofelia Malinov (1996 – vivente), pallavolista italiana.
Citazioni di Ofelia Malinov
modificaCitazioni in ordine temporale.
- [Sul passaggio da attaccante a palleggiatrice] Attaccare mi ha solamente aperto la strada per fare la palleggiatrice perché mi ha arricchito e ho anche un'arma in più.[1]
- La pallavolo si respira a casa mia. È un'opportunità: sentire il punto di vista dei miei genitori è servito, mi hanno insegnato cose che probabilmente avrei capito solo dopo molto più tempo. [«Mai avuto la tentazione di scegliere altro?»] No – ride –. Da piccola ho provato a fare qualcos'altro, ma è sempre stata la pallavolo il mio sport.[1]
- Non cambierei il mio ruolo con nessun altro perché ha una centralità unica: il palleggiatore deve gestire il gioco e le strategie della squadra, risolvendo le varie situazioni che si creano in partita e mettendo le attaccanti nelle condizioni di fare punto. È una grande responsabilità. [«Quali sono i segreti per riuscire a gestire al meglio la distribuzione di gioco?»] La sensibilità ti permette di comprendere le dinamiche di gioco e capire a chi affidarti nei vari momenti della partita: chi ha il killer instinct per i punti decisivi, chi invece può soffrire sotto pressione, chi dopo un errore ha subito bisogno di essere coinvolto oppure chi va in difficoltà se sollecitato di nuovo. Insomma, non è solo questione di tattica ma anche di feeling.[2]
- [«Hai un rituale pre partita che sai che ti porta fortuna e che non dimentichi mai di fare?»] Non ho un rituale ben preciso, ma mi piace fare determinate cose, come ad esempio giocare sempre con la stessa forcina, indossare il mio top della partita, farmi la treccia per entrare in campo.[3]
- Molto sinceramente, penso che in nazionale debbano andare le migliori. Altrimenti, il concetto stesso di nazionale perde significato. [...] continuerò a lavorare serenamente, come ho fatto in tutta la mia carriera, con l'obiettivo di migliorarmi sempre di più. Poi, non sarà mai una convocazione o una mancata chiamata in nazionale a definire il tipo di giocatrice che sono e che desidero essere.[4]
- I percorsi sportivi, così come la vita stessa, non seguono sempre la direzione che ci aspettiamo o desideriamo. Tuttavia, anche se possono sembrare difficili o prendere una piega inaspettata, ciò non significa che non siano formativi o che non ci aiutino a crescere. Anzi, spesso ci permettono di acquisire una consapevolezza e una determinazione che non avremmo mai avuto se tutto fosse sempre andato liscio o secondo le nostre aspettative.[4]
Intervista di Antonio Giuliano, avvenire.it, 27 settembre 2018.
- [«Si sente una predestinata ad aver avuto dei genitori con il volley nel sangue?»] Vengo da una famiglia in cui si vive di pallavolo tutti i giorni. Ma non ho mai sentito la pressione di diventare un'atleta a questi livelli. Quando hai un cognome importante scatta la sensazione di dover assolutamente essere all'altezza, ma per me non è mai stato un peso. Anzi sono fiera di essere figlia di due sportivi. Anche perché non mi hanno mai costretta, la pallavolo è stata una scelta tutta mia.
- [«Aveva cominciato con la ginnastica, il nuoto e il tennis, poi però la folgorazione per il volley...»] Sì perché a 9 anni ho scoperto la bellezza di questo sport di squadra in cui è fondamentale fare affidamento sulle compagne. Non tutto dipende da te così come non tutto dipende dagli altri: è uno scambio reciproco, tanto più prezioso quando si è in difficoltà. Mi piace questo legame che si crea: è difficile da costruire ma quando si riesce è il massimo.
- Ho imparato ad apprezzare la vita in ogni istante, grazie alla fede che per me è una dimensione importante, un dono ricevuto soprattutto da mia madre. Credere ti aiuta a reagire nei momenti negativi che prima o poi capitano a tutti. Ma ti porta anche a gioire e riconoscere quanto di bello c'è già nella tua vita.
Laerte Salvini, ivolleymagazine.it, 20 novembre 2024.
- Anche i momenti negativi, se affrontati nel modo giusto, possono lasciarti qualcosa di positivo. La componente psicologica è fondamentale. È quella che ti permette di fare il salto di qualità. Ci vuole tempo e costanza per lavorarci, ma quando di testa sei preparato, il corpo ti segue. Penso che non ci siano limiti mentali, se non quelli che ci imponiamo da soli.
- Essere leader non è qualcosa che decidi da un giorno all'altro: è un ruolo che conquisti con il tempo. Mi piace essere un punto di riferimento per le mie compagne, dare tutto quello che ho e sapere che si possono fidare di me. È un percorso lungo [...]
- Credo che in Italia ci sia troppo stress, soprattutto per noi giocatrici. Si vuole tutto e subito, ma non sempre questo approccio funziona, soprattutto in uno sport di squadra dove servono tempo e pazienza per costruire qualcosa di importante. Forse è anche per questo che tante scelgono di andare via. All'estero si respira un clima diverso: [...] c'è tanto entusiasmo e voglia di fare bene, ma non è un ambiente esasperato. Questo ti aiuta a concentrarti sul gioco, a divertirti e a migliorarti.
Note
modifica- ↑ a b Dall'intervista di Valeria Benedetti, Volley, l'Italia nelle mani di Lia Malinov "Spero di cavarmela", gazzetta.it, 30 giugno 2015.
- ↑ Dall'intervista di Alessandro Garotta, Ofelia Malinov guarda al futuro: "Quanto sarà bello tornare a giocare!", volleynews.it, 12 maggio 2020.
- ↑ Dall'intervista OLTRE LA RETE, Ofelia Malinov si racconta: "Chieri? Una grande opportunità per me. Siamo un bel gruppo, anche fuori dal campo, sento che potremo toglierci delle belle soddisfazioni", chieri76.it, 26 gennaio 2024.
- ↑ a b Dall'intervista di Alessandro Garotta, La rinascita di Ofelia Malinov: "A Chieri sono tornata ai miei livelli", volleynews.it, 18 giugno 2024.
Voci correlate
modifica- Atanas Malinov – padre
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