Odoardo Beccari

naturalista e botanico italiano (1843-1920)

Odoardo Beccari (1843 – 1920), naturalista e botanico italiano.

Odoardo Beccari

Citazioni di Odoardo Beccari modifica

  • In realtà tutto quanto si vede della pianta è costituito dal solo fiore, perché la Rafflesia [tuan-mudae] è una pianta parassita con la parte vegetativa invisibile e tanto immedesimata con la pianta da cui nasce, che i respettivi tessuti non si possono distinguere altro che in seguito ad un accurato esame microscopico. Il fiore è di consistenza carnosa, di colore rosso vinato molto scuro, ed emana un fetore che rammenta quello della carne putrefatta, o più esattamente quello degli spadici aperti di Arum Dracunculus e di certi Amorphohallus. Il fiore comincia a mostrarsi sul fusto della liana sotto la forma di un bernoccolo, ed ingrossa tanto, fino ad acquistare, quando è prossimo ad aprirsi, la dimensione della testa di un bambino. Uno ne trovai appunto in questo grado di sviluppo, coperto di larghe squame brune, nel qual momento rammentava (a parte il colore) la palla centrale di alcune varietà di cavolo a foglie serrate. Il globo non è che il fiore chiuso, che poi si apre in cinque pezzi o petali circolari, inseriti intorno ad una grande coppa centrale, dentro la quale stanno rannicchiati gli organi riproduttivi.[1]
  • La Tribuna di Galileo, più che monumento per i marmi di cui è costruita, è un monumento scientifico, memoria ai posteri del 3.° Congresso degli Scienziati italiani, che si tenne in Firenze nell'anno 1841 e che insieme agli altri, tanto contribuì al risorgimento morale d'Italia.
    La Tribuna di Galileo è l'unico tempio al mondo dedicato alla Scienza, e che qualunque Nazione sarebbe orgogliosa di possedere. Dove essa si trova è una memoria storica; sarà anche, come disse qualcuno, una memoria di Corte, ma qual Corte non andrebbe orgogliosa di lasciar simili memorie.[2]

Malesia modifica

 
Frontespizio di Malesia

Incipit modifica

Una predilezione speciale per le piante di questa famiglia, mi ha fatto sempre ricercare con cura i suoi rappresentanti, conservarne saggi disseccati in erbario più completi assai di quello che soglia farsi ordinariamente, e quasi sempre prendere nota sul vivo delle forme, che mi offrivano probabilità di esser poco o punto conosciute. Ecco le ragioni che mi hanno indotto a incominciare lo studio delle piante papuane dalle Palme. A ciò altresì mi avrebbe consigliato, e la ingente quantità di forme assolutamente nuove che ho avuto la fortuna di scuoprire, e ancora l'interesse speciale che le Palme offrono sotto il rapporto della loro distribuzione geografica. È anzi sotto questo punto di vista, che alcune particolarità inerenti ai rappresentanti di questa famiglia, contribuiscono a rendere in particolar modo istruttivo il loro esame.

Citazioni modifica

  • Le Palme sono quasi sempre piante che hanno dei frutti di difficile disseminazione, perché non trasportabili dal vento, e perché, in generale poco graditi agli Uccelli, a quanto almeno mi è parso; solo la loro forma più o meno globosa, contribuisce ad allontanarli dal luogo da dove caddero al suolo. Alcune specie sembrano posseder semi che lungamente possono resistere all'azione dell'acqua salata, e quindi adatti ad esser trasportati da una spiaggia all'altra, che appena approdate, trovino il terreno propizio al loro sviluppo [...]. (p. 9)
  • I Casuar alla Nuova Guinea inghiottono qualunque specie di frutto di Palma che sia niente niente carnoso, trasportandolo a considerevole distanza, ed alle isole Aru io ho visto nei loro escrementi, dei grumi di semi di Orania Aruensis, che pure hanno, ognuno di essi, un diametro dai 55 ai 60 mill. (p. 9)

Incipit di Le palme della Nuova Caledonia modifica

Le Palme indigene nella Nuova Caledonia non sono molte, ma in compenso sono assai caratteristiche e tutte sono endemiche. La sola Veitchia arecina appartiene ad un Genere che ha alcuni altri rappresentanti fuori dei confini della Flora neocaledonica; tutti gli altri generi le sono particolari, sebbene mostrino notevoli affinità con altre Palme proprie dei gruppi d'isole polinesiane più prossimi. È un fatto degno di nota che, ad eccezione della Pritchardiopsis Jennencyi Becc. appartenente alla Tribù delle Coryphae, tutte le altre Palme indigene della Nuova Caledonia sono delle Areceae e che manca qualunque rappresentante delle Lepidocaryea.

Bibliografia modifica

  • Odoardo Beccari, Le palme della Nuova Caledonia, in Ugolino Martelli, Webbia: raccolta di scritti botanici, vol. 5, Tipografia M. Ricci, Firenze, 1921.
  • Odoardo Beccari, Malesia, vol. 1, Tipografia del R. Istituto Sordo-muti, Genova, 1877.

Note modifica

  1. Da Nelle foreste di Borneo, cap. IX, Salvatore Landi, Firenze, 1902, pp. 166-167.
  2. Da Sull'abbandono del Museo e del Giardino botanico della Specola a Firenze, Tipografia di B. Sborgi, Firenze, 1881, p. 32.

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